In famiglia, ad esempio, gira voce che mi sono trasferita al Nord per cercare fortuna. Io non lo so mica chi ha messo in giro sta caxxata, probabilmente mia nonna convinta che a Forlì le industrie ti aspettano a braccia aperte; si lamentava sempre che da noi quelli che non vogliono lavorare, fanno gli artisti. Io non lo so mica se ha torto. Ricordo però che la prima cosa che mi chiedeva, quando passavo a salutarla era 'lassù come ti trattano? ti parlano? si sente che sei barese?'. E mi faceva tenerezza. Non ho fatto in tempo a dirle che ci sono più siciliani e napoletani qui che alla settimana della cucina meridionale al Lidl.
Non ricordo di aver avuto problemi in questi anni, il più delle volte l'accento è una scusa per tempestarmi di domande, per infierire sul perché proprio Forlì.
Al forlivese anziano, devo spiegare tutte le volte che non sono emigrata, che la fortuna ce l'avevo pure in Puglia, che ho una madre, un padre e non ho figli clandestini.
E mi torna in mentre Troisi -sì, sempre lui- che vuole viaggiare, conoscere, in questa scena.
L' adolescente forlivese è un cretino, invece. Non freddo, antipatico, egoista. No. E' proprio un cretino. Sarà l'annata, sarà l'aria, sarà che va di moda importunare la gente sugli autobus.
Appena ne trovo uno assennato, ve lo dico eh.
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Un vecchietto tanto caro, mi si avvicina prestandomi aiuto. E qui ho capito, improvvisamente, la parabola del buon samaritano che tentava di spiegarmi la catechista, quel giorno che io e Daniele ci disegnavamo i cuoricini sui foglietti. Dicevo, mi si avvicina e sfodera con fierezza un coltello dal cappotto. Ho pensato: ci siamo, aveva ragione nonna, ora mi ammazza e dona i miei organi alla Lega Nord. Tachicardia. 'Scusi, lei gira sempre con un coltello nel cappotto?' della serie domande intelligenti. 'E' incastrata, vedi? Così non mi sporco le mani, ho un cagnolino bianco', 'la ringrazio, davvero. buona giornata', 'sei di Forlì?' [segue questionario conoscitivo] e ancora 'capito come devi fare? si incastrerà spesso, vedrai' 'sì, solo che io solitamente non esco con un coltello' -aridaje Emy-, 'dovresti'.
Dovrei.
<3 però quel prico stona, impegnati di più la prox volt
RispondiEliminaEffettivamente. Ci ho pensato stanotte, farò di meglio, vedrai.
RispondiEliminadiglielo EMY!
RispondiEliminaah ah questa è davvero bella:
"Non ho fatto in tempo a dirle che ci sono più siciliani e napoletani qui che alla settimana della cucina meridionale al Lidl." =D
grazie per il link a Troisi, non lo ricordavo questo aneddoto sugli emigranti meridionali!
RispondiEliminaanche noi in famiglia abbiamo un emigrato a Forlì (da Roma)... non è mai più tornato ;-)))
RispondiEliminaah ah un emigrato a Forlì da Roma! che non è mai più tornato ;-)))
RispondiEliminariccardo sei tu, il suddetto? ridacchi? :P
RispondiEliminaemy
no, no Emy, io sono nato nella "metropoli" e sono emigrato appena dopo il cartello "Milano" ah ah.
RispondiEliminaè che mi ha fatto ridere la frase di economista! XD
Anch'io "al nord" ho sempre trovato persone disponibili ad aiutarmi, per fortuna!
RispondiElimina(passa da me, ti ho coinvolta in un giochino perverso!)
nord sud centro... ma che ci vogliamo far fregare dai luoghi comuni? Ci son persone disponibili ovunque... da donnina del centro (Son Fiorentina) posso dire che siam diversi forse nell'approccio meno affabili e p, ogni esperienza insegna qualcosa...
RispondiEliminaTu hai imparato che , al contrario di quel che si dice.. bisogna girati armati..
Armati di coltellino svizzero legale però! :-D :-D