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Pensieri profusi



Ci sono momenti in cui va tutto bene: non ti spaventare, non dura.

E' domenica. Piove. Le ore non passano. Sto blog non cammina. Tornerei a casa. Ma che amici ho? Cancellerei 3/4 delle persone che scrivono minchiate in home. Ho fatto un complimento ad Ilaria, ma che diavolo mi è passato per la testa? Nevica. Mi sono rotta di aspettarl. Obby ha bussato per consegnarmi la posta. Mi piace che la gente sia al mio servizio. Erano le tasse universitarie. Papà si sbagliava, è morto John Belushi non Jim. Devo farmi lo shampoo. Domani iniziano le lezioni. Panico. Svogliatezza. Sveglia alle 8:45. Mi sento mancare. Sono l'unica che ha bloccato i cugini su fb? Troppe fisime. Mi piaccio. Ieri, al mio ritorno la casa era vuota, un sogno. Lo stendino era pieno. Dannazione. Odio i dentifrici col tappo separato. Quest' acqua è diventata calda. E se fossi sociopatica? No, voglio solo stare da sola. I libri, devo andare a stampare i libri. Francesca fa la spia e poi zia lo dice a mamma. Mente, lo so. Voglio Karen come amica. Lascio in eredità a mio figlio Charlie i cespugli di rose ibridate che hanno vinto numerosi premi così che gli rammentino sempre il valore del primato e la possibilità della perfezione. Odio i fiori, sarà mai possibile? Ci sto lavorando. Sarà una cosa indolore. Adoro Dustin Hoffman.

Chiamai disordine quelle armonie in me.

Finalmente si sono concluse le due settimane infernali (forse esagero!!) dedicate alla preparazione dell' esame, che mi ha costretta a svegliarmi presto e a rimandare continuamente la spesa (qui gioca anche la pigrizia, confesso!!).
Due settimane perchè, dovete sapere, che la maggior parte del tempo la perdo a riscrivere il libro sul quaderno, a dare un senso agli appunti. Ebbene sì.
Ho questo limite, non riesco a studiare dai caratteri stampati. E proprio ieri pensavo a quanto sono difficile.
Voglio dire, uno non si aspetterebbe di trovare così tante (parte ve le ho già dette, parte ve le dirò) stranezze in una ragazza tanto semplice all'apparenza, no?
E odio questo, e odio quello, e quell' altro pure.
Per questo penso davvero che le persone che mi amano, hanno una notevole dose di coraggio oltre che si pazienza.
Sarà l'ego smisurato che mi contraddistingue ma io continuo a non vederci nulla di male, anzi..

''cioè, ma ti rendi conto? tu dici delle cose e ti aspetti che gli altri la pensino come te, quello che dici tu è giusto quello che dico io non lo è''.
Miele per il mio egometro. ;)
Fatto sta che oltre a questi pregi ho anche una serie di difetti, piacevoli. (risatina malefica)
E come disse Oscar Wilde ''mi manca un difetto per essere perfetto'', a voi la corretta interpretazione...

Pizza d'a...sporco.


Se c'è una cosa che mi manda in bestia, che mi fa chiudere lo stomaco al solo pensiero (e come voi sapete, è difficile), è la scarsa igiene nei luoghi pubblici.
Voi starete pensando: "ancora? c'è ancora qualcosa che non sopporti". Ebbene sì.
Avevo dimenticato di citarla nella precedente hate list ;)
L' altra sera tornata dalla palestra, avevo fame al punto tale che sono venuta meno a questo principio per me indissolubile e ho deciso di prendere una pizza d'asporto.
Tempo fa, mi sono trovata a discutere con la cassiera della pizzeria sotto casa; come al solito non so tenere la bocca chiusa e ho inveito contro di lei. Ma non subito.
Causa la mia puntualità, sono scesa prima e la pizza era ancora in lista così ho atteso vicino il bancone; non l'avessi mai fatto. La tipa oltre alla cassa (quindi: contatto coi soldi) e al telefono (quindi: schifo depositato sulla cornetta) era addetta a mettere salsa e mozzarella sulle pizza come aiutante.
E qui, a voler essere proprio fiscali avrei dovuto lasciare tutto e andarmene.
Il caso ha voluto che qualcuno chiamasse per una prenotazione e che la telefonata durasse un po' più del solito; la tizia (sempre lei) DAVANTI AI MIEI OCCHI ha avuto il coraggio (ignara del soggetto che aveva difronte) di parlare al telefono e nel frattempo ravanare a mani nude (a mo di passatempo) con i cubetti di mozzarella.
Ho trattenuto il respiro, sebbene fossi certa che il mio volto non era stato del tutto impassibile, e ho deciso di aspettare.


Ta-daaaan, la mia pizza dopo poco era pronta!
La tipa mi si avvicina con lo scontrino e io con tutta la rabbia e la gentilezza (che è solita contraddistinguermi) ho inveito a gran voce, andandomene senza pagare e invitandola a mangiarla qualora avesse avuto il coraggio.
E questo è solo uno dei tanti aneddoti, dal momento che avendo lavorato per un po' di tempo in un ristorante ne ho viste di tutti i colori.
So cosa state pensando: questa è solo la punta dell' iceberg.
Ma è una cosa che proprio non tollero, un conto è saperlo (perchè si sa) e ignorare, un conto è vederlo davanti agli occhi e assecondare.
Le mani pulite sono una cosa su cui non posso transigere, almeno quando a mangiare sono io ;)

Se anche voi avete assistito/inveito a episodi del genere, sarò ben lieta di leggerli.

Emygrare.



Quei quesiti che sorgono nel bel mezzo di una conversazione che va da frivolo al filosofico, all'improvviso.
Da qui nasce il mio post di oggi.

Mi capita spesso di leggere di gente che prova un profondo senso di inadeguatezza nel posto in cui vive, sopravvive.
Io per prima non ho mai fatto segreto dell'angoscia che mi accompagna nelle giornate forlivesi, della voglia di tornare a casa che si presenta puntuale nei momenti meno opportuni; dell' indescrivibile gioia che trapela dai miei occhi quando finalmente convalido il biglietto di partenza, del vuoto che mi assale quando è ora di tornare a Forlì, di disfare la valigia e attendere che il tempo passi, inesorabile.

Quanti di voi a volte pensano ''vorrei poter lasciare tutto e partire''?
Chi per rilassarsi, chi per iniziare una nuova vita, chi per raggiungere un amore, chi.. semplicemente, per cercare fortuna.
Forlì ha senza dubbio significato, per me, l'inizio di una nuova vita; di un'esperienza che nel bene e nel male mi sta segnando e farà di me quella che un giorno vanterò di essere.
Sì, perché mia madre mi ricorda spesso, al telefono, ''la vita che vuoi è la sola che avrai!!''.
Ben detto. E ogni volta le puntualizzo che non so cosa voglio, che non so dove voglio stare!
Oggi Forlì, domani chissà.

Dublino, ha significato per me l'inizio di un amore.
Un amore che col tempo si è rivelato essere un abbaglio.
Un abbaglio che tutt'oggi mi ricorda che non bisogna mai fidarsi delle parole, che i fatti contano decisamente di più. Da qui forse la mia diffidenza per tutto ciò che è romantico, mellifluo, fiabesco, ma per questo dedicherò un altro post ;)
Nonostante ciò, Dublino è uno di quei posti per cui darei tutto, per cui lascerei Forlì e tutto ciò che di cattivo (e di buono) mi ha regalato.
A questa amara cicatrice sono legate una serie di emozioni, profumi, ricordi, che custodisco gelosamente. Ricordi che mi porterò dietro per sempre, penso.
Capirete che è una sensazione difficile da descrivere e sono sicura che anche voi pensate spesso che la città in cui vivete vi sta stretta.
Se vi va, raccontatemi pure dove vi piacerebbe ''emygrare'' (passatemi il termine) e cosa del vostro paese vi fa sentire inadeguati.
Fa sempre piacere sapere che non si è soli a fantasticare un'esistenza parallela, ogni tanto.

another...STEP.

Finalmente è finita.


Questa la mia impressione a caldo, dopo la prima lezione 2011 in palestra.
Chi mi conosce sa che a ottobre scorso, dopo le continue pressioni degli amici, mi sono iscritta in palestra.
''e vabbè ma tu con sta scusa che
non ingrassi non puoi non fare attività fisica; da grande vedrai...dopo la gravidanza, la menopausa..'' Ohhh! Che io ventun'anni hoooooooo!

Insomma, per non sentirli più e per convincermi che la palestra è cosa fattibile mi ci sono responsabilmente iscritta.
Diamo un po' di numeri: 342euro per 9mesi di palestra, 6/7 ore settimanali, 21euro di iscrizione, 1 asciugamano in omaggio, 3 corsi (gag, total body e fitness), 20min di bicicletta al giorno, 1 km all'andata 1km al ritorno. E che non si dica che non mi metto di impegno.

Ottobre 2010: ''ma chi me l'ha fatto fare??''. Emy resisti.
Novembre 2010: I primi risultati. ''mmh... guarda qua che polpacci e che cosce!''
Dicembre 2010: -1°. azz, inizia a far freddo; in bici è fatica.
''tra poco è natale, torno a casa; si mangiaaaa! e chissenefregadellekcal.''

Il personal trainer dice :''1fetta di panettone da 100gr corrisponde a 30gr di burro, quindi grassi che si depositeranno sul vosto lato b'' terrorismo psicologico che ci ha fatto compagnia per tutto dicembre.
E io tornata a casa cosa ho fatto secondo voi?
La foto è sufficiente a descrivere le mie vacanze natalizie.
Me ne sono strafregata (come ho descritto già in un post iniziale) e ho fatto scorta per i mesi di magra che mi attendevano a Forlì. Arguta!

Così a gennaio, tornata alla routine da studentessa universitaria, ho scelto saggiamente di riprendere la palestra a febbraio in modo tale da dedicarmi solo a studio (?!) e relax.
Che dire? GENNAIO E' FINITO TROPPO PRESTO.
Ho ripreso la palestra lunedì. Non l'avessi mai fatto. Mai più riprendere dopo un mese di letergo.

Così, oggi mi ritrovo con un inspiegabile torcicollo e gli arti inferiori indolenziti.
''Ah, sei tornata finalmente eh!! Gennaio è stato intenso, abbiamo aumentato la velocità e alzato il livello dello step''. Queste le parole con cui le altre mi hanno accolta, manco a chiedere: ''bè come sono andate le vacanze? ti vedo in forma!!'' NO!
Mi sono ritrovata la sala piena di gente (gente mai vista prima!!) che ha un unico obiettivo ''la tartaruga a luglio''. E giustamente tutte a febbraio vi ricordate eh! Ve possino...
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