Quando mi metto al pc è sempre un'incognita.
Può venire mio fratello a spodestarmi, può venire mio padre a chiedermi di scaricargli una miriade di canzoni; può invece mia madre, urlare.
La frase è sempre la stessa ''se devi startene al pc potevi restare a Forlì''. Non ha tutti i torti.
In realtà la colpa è vostra.
Accendo il pc con l'obiettivo di scrivere qualcosa ma c'è l'icona di Google Reader piena zeppa di notifiche che mi chiama, io ci provo a fingere di non guardarla ma è lì, lì che mi fissa. Questo significa che un paio d'ore se ne vanno per leggere tutti i nuovi post dei blog che seguo e adoro.
E addio buoni propositi di aggiornare il mio, di blog. Lo confesso, io vi amo tutte.
Da qualche mese sono finita nel vortice (e non so davvero come ho fatto) dei blog più in voga il cui tema principale è, oltre alle sfighe amorose/quotidiane, l'acidità e quella deliziosa ironia che contraddistingue noi donne.
Rido, rifletto, mi commuovo anche. E' un po' come avere tante amiche sparse, mai viste, ma con cui ti diverti.
Perdermi anche solo un vostro post per me è un dramma e mi chiedo spesso se gli uomini sanno, o almeno se hanno una vaga idea, quello che tramiamo alle loro spalle, di quanto riusciamo a rendere ironica ogni singola disavventura, una delusione amorosa; dei consigli e delle esperienze (ammicco) che ci confidiamo.
Questo per dirvi che le mie giornate estive, noiose, hanno un sapore diverso da quando vi conosco e che continuerò ancora per molto ad invidiare i vostri followers, i vostri millemila commenti e la vostra, seppur virtuale, solidarietà femminile.
A Turi tutto bene, stessa vita, stesse cose.
Non vedo l'ora che faccia sera, per andare a dormire.
Abbiamo solo una vaga idea dei vostri intrighi... meglio così! :-p
RispondiEliminaQuanta realtà in queste poche righe :P
RispondiEliminaVerissimo! Brava Emy!
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