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E poi è stato come quando accendono la luce.


Farei un salto sulla Luna per capire come riesce ad essere sempre così matematicamente sorridente.
Riuscirei a vedere dall'alto sei miliardi di formiche impazzite e godere, seppure per una sola notte, quel delirio di onnipotenza che conoscono i corpi celesti. Così maledettamente distanti.

Sin da quando l'uomo ha preso coscienza della sua esistenza, si domanda com'è che sia così difficile essere felice.
La difficoltà sta nel decidere di voler bere il bicchiere della vita a ampie sorsate, goccia dopo goccia o non berlo affatto. Decidere se il vento invernale sia un fastidio.
Con le gambe a penzoloni sorseggiare acqua ghiacciata come fossi in riva al mare.
Se hai deciso di ubriacarti della vita, sarà piacevole perfino ogni lacrima che spenderai alle sconfitte. Ogni duecento lacrime spese c'è un sorriso che nasce, esattamente come dalle lacrime di una madre nasce il sorriso di una nuova vita.
Ci appelliamo intanto a divinità verosimili che si fingono orbe e sorde, ci aggrappiamo al ricordo di un breve momento; se devi cercare qualcosa, cerca un momento emotivamente intenso e sii felice. Un incedere confuso. Un sassolino la cui unica preoccupazione è diventare pietra o roccia. L'onda che si infrange su uno scoglio, il rumore della sabbia che calpesto, ombra di un'anima furiosa, il tepore di un povero insonne, dolce consapevolezza di esistere.

Aumenta il passo.

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