Come quella volta che tornai a Forlì e mi resi subito conto che non ci volevo stare. Sette estenuanti ore di treno. Ennesimo viaggio, ennesimo calvario.
Negli anni mi sono bene attrezzata per combattere la noia: nintendo ds, film, pc, musica e ultimo e meno importante IL libro (di diritto stavolta) che facendo parte della categoria 'libro universitario' è quello su cui ho maggiore esitazione quando si tratta di decidere se metterlo in borsa o in fondo alla valigia. Come se non bastasse, ad allietarti il viaggio ci sono i soliti trogloditi che avendo lasciato galateo e buona educazione a casa, salgono sul treno pensando di essere allo zoo e di dare libero sfogo alla maleducazione.
Questa volta nella classifica dei primi 3 rompi..vagoni (come li chiamo io!) abbiamo: la ragazza che pensa di avere più fretta di te e di giustificare così il fatto che a momenti ti ammazza pur di salire sul treno, l'anziana signora che per passare il tempo digita a caso per tutta la durata del viaggio la tastiera del cellulare (ignara del fatto che ha il tono tasti attivato e al massimo!!), la signora che pensa di essere ad un ritrovo di miracolati e che a me, e a tutti gli altri, importa sapere come ha trascorso la settimana a Medjugorje. No eh! Alla prima spieghi gentilmente che deve rispettare la fila e le assicuri che il treno non parte prima che tutti siano a bordo (santa pazienza), alla seconda chiedi gentilmente di fare silenzio come richiesto dal capotreno, alla terza... bè, alla terza evito di dirvi cosa ho risposto. La gentil donzella non è la sola, vi è mai capitato di essere in coda e arriva il genio di turno che vi viene addosso prepotentemente con tutta la valigia perché deve passare per primo. Ecco, è a queste persone (dopo 3 anni ho perso il conto di quante) che voglio dedicare queste mie dolci parole:
Le mie maledizioni ti si attaccheranno alla maniglia del trolley, alle cerniere e sotto le ruote.
Ti auguro di scendere prima che il treno sia completamente fermo, di perdere momentaneamente la vista e gettare dal finestrino il biglietto al posto delle cartacce, di scendere in Afghanistan anziché a Crotone, di incastrare il tacco nella griglia e che gli altri attorno a te abbiano fretta.
Ti auguro di conservare oggetti di valore nella tasca frontale della valigia incustodita, aperta.
Ti auguro di oltrepassare la linea gialla nel momento esatto in cui passa un tav, di trovare la porta fuori servizio arrivata in Afghanistan e dover aspettare la prossima fermata, a Mosca; di arrivare in tempo per l'era glaciale, di aver lasciato i viveri a casa, di dover viaggiare in piedi, di soffrire di colite e trovare il bagno perennemente occupato e lurido.
Infine mi auguro che ti escano solo bestemmie di risposta, al controllore che reclama il biglietto.
Pura poesia!
RispondiEliminaUn giorno ti racconterò il mio viaggio Pavia-Palermo dell'anno scorso.. sfido chiunque ad avere più peripezie, da far impallidire Verne.. ti dico solo che sono uscito di casa il 21 dicembre mattina per prendere l'aereo, e sono arrivato il 24 pomeriggio.. oggi invece tutto bene :P
RispondiEliminaoddio, non vorrei mai essere in questi panni :S
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