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Quella disgrazia chiamata amore.

E' stato mentre passavo l'aspirapolvere che ho deciso di scrivere questo post. Le parole scorrevano veloci nella mia mente tanto che ad un certo punto ho pensato sarebbe stato meglio spegnerlo per fiondarmi al pc. Ha prevalso il buon senso, ho riavvolto il filo solo dopo aver assolto ai miei doveri di massaia rimasta a casa mentre la famiglia è al mare. Risultato?
Non ricordo più cosa avrei voluto dirvi ma in compenso ogni singolo granello di polvere è finito nelle fauci del malefico elettrodomestico. E' qui accanto a me, l'ho lasciato in modo tale da poterlo contemplare nella speranza che mi illumini nuovamente.
Ricordo che mentre, sotto minaccia materna, tiravo avanti il letto per non dare modo alla polvere di copulare indisturbata, alla radio davano Alfonso-Levante e mi sono ritrovata a ripetere con particolare enfasi quella frase che fa u-uh-uh-uh-uh-uh che vita di mmmmmerdaaaaa.
Ahhhh. Mi sono proprio sfogata. Complice il fatto di essere sola e di poter dire liberamente ogni genere di parolaccia. Dovete sapere che in casa mia ogni genere di espressione gergale e/o scurrile è bandita. Quando faccio notare a mia madre, in preda a un fragoroso Vaffa, che ha infranto la regola, lei sorridendo mi risponde ''io sono sposata, posso''.
Detto ciò, è a causa del fatto che sono a Forlì da X anni, lontana da orecchie familiari, che ho preso pessima l'abitudine di infilare la parola cazzo in ogni frase.
E' disdicevole per una signorina, lo riconosco ma non riesco a controllarmi. Mi perdonerete.
Qualche giorno fa però ho egregiamente aggirato la suddetta regola esclamando ''Màààà però che palleeee'' e mia madre dalla stanza affianco mi ha prontamente urlato ''Ma però non si diceeee''. Son troppo ganza io, avevo gli occhi lucidi per la commozione. I'm trasgressive, I'm anarchic.
Settimana scorsa al mare, mia cugina (età: anni venti) si è rivolta alla sua nipotina (età: anni due) dicendole ''quanto sei stupida'', mia madre ed io, rabbrividendo, ci siamo capite con uno sguardo che era un misto tra sdegno e intesa. Give me five, mum.
Quindi ecco, salvo rare occasioni, ringrazio mia madre per avermi insegnato le buone maniere.
Mamma io da grande voglio essere come te anche se spesso penso il contrario, ciao.


Perché sono rimasta a casa? Potrei cominciare col parlarvi di questo, tanto il perchè del 'che vita di merda' è facilmente intuibile. Non l'ho deciso io sappiatelo, è stato il quaderno di matematica a suggerirmi di farlo e dopo una lunga e animata discussione con il suddetto, sono giunta alla conclusione che sì, era proprio il caso di assecondarlo.
Vi è mai capitato di studiare e di distrarvi pensando agli escamotage più disparati per smettere di farlo senza sensi di colpa? Ai tempo del liceo, la tasca quadridimensionale di Doraemon è stata la mia fonte di ispirazione. Bastava chiedere e quel fottuto gattaccio in sovrappeso esaudiva ogni desiderio. Spesso, tra un paragrafo e l'altro mi ritrovo a sperare di memorizzare il contenuto di un libro semplicemente poggiandolo dieci minuti sulla testa. Et voilà! Quand'è l'esame, domani? 'Nnamo regà!
Ma l'idea del secolo mi è venuta mesi fa, in preda all'ansia pre-esame di microeconomia. Ho desiderato possedere una tipografia. Avrei stampato formulario e quaderno sulla parte anteriore di una felpa (sul retro qualche citazione di Fabio Volo, a mò di repellente!!) che da lontano non sarebbe sembrata altro che una disgustosa felpa da destinare alla Caritas. Sarebbe stato fantastico, altro che scritte sotto la suola delle scarpe.
Io sono troppo avanti e lo studio resta indietro (cit.)

Ognuno ha un peso da portare con se'' dice Neffa. Ecco và, vado a mettere l'aspirapolvere a posto che è meglio.

P.S. Siete in vacanza? No? Allora descrivetemi le vostre fantasie da studio più perverse e geniali. Passo e chiudo.
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