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Passion Fruit Raw Food a Rimini: esperienze nude e crude.

Come vi avevo preannunciato su facebook, venerdì scorso ho fatto una capatina alla gelateria Passion Fruit a Rimini, di recente inaugurazione, tra le cui specialità (granite siciliane, composizioni di frutta, frullati, centrifugati, estratti e gelati (anche con latte di soia) prevede anche menu crudisti. Cos'è il crudismo, vi starete chiedendo (no? leggete e zitti). 
Per raw food si intende appunto cibo crudo, anche detto cibo vivo, quindi allo stato naturale o al massimo essiccati ad una temperatura non superiore ai 43°, intendendo con questo il mantenimento di tutte le proprietà organolettiche, dalle vitamine ai minerali agli enzimi.

Quindi, cosa mangiano i crudisti? Verdura, frutta, semi e frutta secca.
Non viene aggiunto nè zucchero nè alcun tipo di farina di cereali quindi tutti i cibi crudisti sono adatti ai celiaci (ottimo, no?).


Confesso di essere stata per lungo tempo un po' scettica al riguardo, in quanto per nulla al mondo potrei rinunciare a pane e pasta (avevo detto così anche delle mozzarelle dite? Avete ragione) ma dal momento che adoro sperimentare ogni cosa ed essendo Rimini sufficientemente vicina a Forlì, ho deciso di sperimentare per voi. 

Il menu del giorno prevedeva i classici spaghetti di zucchine (gli zucchinetti ndr.) conditi con basilico, mandorle e pomodorini, cracker di semi di lino essiccati e un happy burger (un ''burger'' vegan, con peperoni, pomodori e altre verdure). Tutto squisito se non fosse per la quantità. Rapporto quantità-prezzo decisamente deludente (5 euro per un misero burger sono troppi!). Questa inoltre la foto su facebook che mi ha tratta in inganno: qui. Dannazione! Happy burger but sad me.


Cous cous raw (ottimo e molto estivo, super consigliato!) con verza.


Crostatina con crema alla vaniglia e frutta (non so voi ma appena ho letto il prezzo sono impallidita: 5 euro, 2 cm di crostata), bon bon (3 pezzi, 1euro) e biscotto crudista (2 pezzi, 1 euro). I dolci sono deliziosi: chi non ama il cocco e le mandorle?.


Ribadisco, tutto buonissimo ma prezzi decisamente stridenti con la quantità fornita e questo secondo me lascerà a pancia vuota numerosi clienti abituati alle ''abbuffate''. 
La posizione del locale non è proprio ottimale, infatti é la parte opposta della strada ad essere quella più trafficata e ''da passeggio'' visti i numerosi locali e negozietti.
Cibi sani, nuovi, decisamente poco conosciuti (ahimè) ma non troppo valorizzati; poca visibilità è infatti data alla scritta raw food (un peccato, i turisti non mancano di certo) al contrario della più gettonata gelateria frutteria. 

Super consigliato il gelato. Era ormai un anno che non mangiavo un cono al pistacchio e nocciola.
I coni (o cialde) sono infatti privi di latte e uova (evviva, niente più odiose coppette di carta!) e il gelato al pistacchio è buonissimo (mai, da nessun'altra parte, ho trovato il pistacchio con latte di soia).

Cibo ottimo ma se devo fare un appunto è sulle porzioni un po' misere: il locale è aperto da poco e confido nel fatto che le quantità vengano riviste. Vi consiglio certamente di recarvi sul posto dal lunedì al mercoledì perché è presente Daniela, che potrà deliziarvi con numerose altre preparazioni (anche qui, se posso permettermi, scelta decisamente sbagliata, avrei puntato di più sul week end).

La gelateria frutteria Passion Fruit si trova in viale Regina Elena, 54 a Rimini, il servizio è take away e l'orario di apertura è dalle 10 alle 24. Se ci andate, non mancate di farmelo sapere.






post non sponsorizzato      

Il classic menu dei romanzi rosa.

Se c'è una cosa che odio dei libri, sono i libri che trattano storie d'amore. Tuttavia, finisco sempre per chiuderne uno e aprirne un altro. Lo chiamano masochismo. Non starò qui ad elencare titoli, me ne vergognerei parecchio, sappiate solo che non si tratta di Harmony.
Parliamone. Lei è sempre -l'ormai banale- donna post separazione (lui è morto, lui l'ha mollata per un'altra, lui si scopre gay e via così) che giura solennemente a se stessa di non volersi più innamorare. Tempo 10 pagine e te la ritrovi lì che sbava sul barista che le versa gin tonic come fosse acqua e aspirina per alleviare le pene d'amore.
Ma lei no, perdindirindina no, non si innamorerà, lo giura sul rum e pera.
Tempo 20 pagine è nel retro bottega a fotografare la collezione di farfalle. Ma lei no, non si voleva innamorare. Tempo 60 pagine, si trasferisce da lui e copulano come ricci, al mattino, dopo pranzo, prima della pennica, prima di cena, dopo cena. Ottimo, altro che Brioschi.

Poi c'è lei, quella che gli uomini so' tutti stronzi, che mo ve' meno a tiro a tutti. Si avvicina il bello del college e lei se la tira (tirarsela is the new repellente) come fossero tagliatelle fresche all'uovo.
E lui che fa? Accetta la sfida, è la donna che fa per lui (maddai? non l'avrei mai detto), tutte cadono ai suoi piedi ma lei no, lei è impassibile, deve essere sua. Tempo 20 pagine, è al party di fine anno che fa a cazzotti con uno che ci prova con lei (spesso lei è in bagno con uno che tenta di stuprarla ed arriva lui, a mò di apparizione divina) e sangue e budella e brandelli vari sparsi sul muro.
E lei ''oh mio eroe'' seguito da ''ma allora è geloso! ma allora è cambiato!''. Sì perché lui solitamente se le tromba tutte a tiro e al mattino è tutto un ''arrivederci e grazie''. Non ve lo sto nemmeno a dire come finisce, no? Foto appese al muro, appartamento vista mare, i preservativi li buttiamo che tanto non ci servono più, Enzo Miccio ad organizzare il matrimonio. Sì, lo so, solo letture impegnate io.

Poi c'è lei, single, incazzata con il mondo e l'amica storica fidanzata con un reperto archeologico. L'amica è sempre lì che la sprona ad uscire, e vieni qui, e vai lì, e ti presto questo e mettiti quello che oggi trombi sicuro. Ma no, lei no, non si è depilata l'inguine e non lo farà per non cadere in tentazione. Varcata la soglia del pub, direzione free drink, tempo 10 pagine è nel guardaroba a limonare duro con uno che ''ma come non lo conosci? Quello è Richard Ravensburger (nome pomposo a caso!), lo vogliono tutte, che culo hai amica mia?''. Pacche sulla spalla, gridolini isterici di eccitazione, girls power abbestia e via a rifarsi il trucco per tornare il pista. Che sballo.

Ma veniamo alla parte migliore. LUI. Lui nella maggior parte dei casi ha un passato tormentato (vedi poker, lotte clandestine nello scantinato del vecchio frantoio) e non ha mica voglia di impegnarsi, però l'ormone che balla il twist CELA. E niente, prima una, poi l'altra e n'altra ancora, come fossimo ai provini di Jersey Shore. Ed è bello, ragazze mie quanto è bello? E' sempre bello, laccato, muscoloso, tatuaggi tribali sulle chiappe che scosta un po' lo slip che sò curiosa?.
Deve andarvi proprio male e si tratterà di uno spiantato che però è un genio, un fuoriclasse del baseball, sempre biondo, solitamente riccio e spettinato che fa tanto roar! E che non te lo fai uno così? 'Spetta un po' che mi inciprio il naso e torno, nun te move.

Però, però, però, potrà capitarvi di imbattervi in Lui, il vero Lui, lo scarto dei romanzi new adult. Ricco, casini in famiglia (che finchè mi passano gli assegni e mi fanno il pieno alla Porche, va bene!), lo incontri a fare l'autostop in Arizona perchè c'ha troppo sbatti di prendere l'aereo e ha voglia di cambiare vita, che si sa uomo avventuroso sempre focoso (era così, no?).

Oppure lui (il migliore!!!) quello che l'ha vista lì sola, a fare la fila al Conad e non sia mai che qualche pervertito le faccia del male, che le raccoglie lo spicciolo caduto alla cassa, che le sorride e ''ti va un milkshake qui dietro l'angolo?'' e che fai non accetti? E' uno sconosciuto sì, ma se avesse voluto farmi del male, mi avrebbe già picchiata a colpi di carrello e mi avrebbe stuprata nel magazzino sul retro. La trama si infittisce. Ed è tutto un offrire qui, lì, ''te lo pago io il coast to coast stai tranquilla piccola'' (quel piccola che vuoi o non vuoi la scioglie) ''poi però andiamo a sbollire a Bali, che tu c'hai i casini tuoi, io ho i casini miei''. I love you baby, you're the sunshine of my life. E te pareva oh.

(continua...)


S.O.S.

Io comunque non ho capito una cosa, da quando google reader è defunto non vi leggo più.
Come diavolo posso fare per ricevere gli aggiornamenti? I più arguti si facciano avanti.
Necessito di un' applicazione android sul cellulare in modo che quando in tv parlano della Fiorentina io possa mettermi a letto, dando le spalle ad Andrea, e leggervi tranquillamente.

Il caffè macchiato, viziato.

C'è che il tirocinio è finito. C'è che mentre tornavo a casa, pedalavo piano e piangevo. C'è che sono troppo sentimentale alle volte ma lo so, mi mancheranno. Mi mancherà la sveglia alle otto, mi mancherà il dottore che spalancando la porta e, ormai non più sorpreso, mi accoglie con un sorriso disarmante ''ah Emilia, sei tu, anche oggi sei la prima''. Mi mancherà attivare il telefono, impostare la schermata delle mail sapendo che a Barbie Capoufficio farà piacere, che mi sorriderà dicendomi semplicemente ''ohh, grazie''. Mi mancherà aprire il libretto, segnare le ore, contare quanto manca alla fine e pensare ''caxxo, manca poco''.
C'è che se potessi domattina mi presenterei in ufficio e direi ''dottore, io voglio stare qui, mi tenga'' per poi pentirmi e pensare a quanto sono patetica.
Mi mancheranno, tutti. Mi mancherà il caffè macchiato di soia. Mi mancherà porgere la bustina dello zucchero al dottore che mi guarda e dice ''no eh, lo voglio anch'io di canna''.
La verità? Mi mancherà parlare con gente che mi vuole bene, che mi ascolta, che mi aspetta e che mi saluta dicendomi un sincero ''a domani''. E io voglio bene a loro. Mi mancherà parlare con gente.
La verità è che ho lasciato una piccola parte di me in quello studio, la storia dello zucchero raffinato, il mio essere puntuale, il mio ''dottore lo chiami e gli dica di venire a pagare santo cielo'', il loro ''Emilia sei una tosta tu'', la pila sistemata dei fogli di riciclo, il mio ''guardate che a sorpresa torno e se trovo i fogli di nuovo ammassati mi incavolo''. Tutto, ogni singolo istante passato in quell'ufficio mi mancherà. Dannazione. (L'avete già pensato che sono patetica?)

''Emilia, lunedì è il tuo ultimo giorno?''
''sì dottore, non me lo ricordi''
''io non te lo firmo il libretto così tu continui a venire''.


La verità è che il libretto è qui, bello che firmato, che attende di essere consegnato. La verità è che continuo a leggere queste poche righe e a commuovermi.
Ho imparato tanto e non mi riferisco a quelle stupide pratiche, nè tanto meno ai codici degli f24 e a come si compila un verbale. No. Ho imparato che non sono così antipatica come la gente mi fa pensare, che sono in grado di instaurare amicizie, che c'è gente che trova piacere nella mia compagnia, che mi invita ad uscire, a mangiare, che si confida. Con me.
Ho due amiche ora, ci sono uscita, ho riso, le ho spronate a farsi avanti con i ragazzi e loro hanno cercato invano di convincermi nel folle acquisto di una gonna a righe.
''Non ci provare a tornare in Puglia senza avvisarci, dobbiamo vederci per un aperitivo'' e avrei voluto tanto risponderle ''ma chi caxxo ci è andato mai ad un aperitivo, Barbie'' così come avrei voluto dire ''Barbie guarda che io non mi piaccio per nulla anche se continui a dirmi che sono bella e che posso mettermi tutte le gonne di questo mondo''. Barbie è stupenda ma non ci crede.
La verità è che tutte le volte ho notato gli sguardi degli altri su di me e avrei tanto voluto prendere a ceffoni quei maschi incapaci di andare oltre le apparenze, di pensare che se una ragazza non è proprio carina non è detto che non abbia nulla da offrire. E se ho pensato questo vuol dire che ho frantumato quella barriera invisibile che mi impediva di voler bene, sinceramente, ad una donna.

C'è che mi hanno insegnato tanto e non mi riferisco ai collegi sindacali nè alla relazione degli amministratori. C'è che una sera, Barbie, accompagnandomi a casa mi ha detto ''grazie per la compagnia'' e io mi sono limitata a dirle ''di nulla, grazie a te piuttosto'' consapevole di non aver detto tutto quello che avrei voluto, racchiudendolo in un semplice e banale grazie.

''Emilia quando ti laurei diccelo che noi veniamo''
''dottore ma no, tanto alla triennale nemmeno si discute la tesi''
''e che importa, tu mandami una mail che veniamo''.

Quando oggi ho salutato tutti, pur sapendo che almeno le Barbie le avrei riviste, ho notato il dottore commuoversi. Caxxo, ho pensato, questo vuole farmi piangere qui davanti a tutti.
Ma non ho pianto. Ho pensato a tutte le cose belle che mi sono successe in appena 100 ore, a tutti i sorrisi e ai loro ''questo non lo sapevo!'' quando me ne uscivo con qualche curiosità delle mie, di quelle che leggo solo io e che stupiscono sempre.

''Emilia l'ho raccontata a mia moglie quella storia che ci hai raccontato ieri''
''dottore, gliel'ho detto che non sarebbe più stato lo stesso''
''e oggi che ci racconti?''

Intelligente.Colta. Brava. Io mi sottovaluto sempre, troppo, e quelle righe mi daranno la forza necessaria a superare gli ultimi ostacoli perché quella mail la devo mandare, la voglio mandare.

E vaffanculo ai vorrei, agli avrei dovuto.
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