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Non leggere se devi guidare.

Giacché oggi si festeggia il world vegan day, mi pare doveroso accantonare il libro di finanza aziendale per aggiornarvi su questi miei primi sette mesi vegani.
Non mi aspettavo certo che a Forlì avessero organizzato qualcosa in proposito visto il successo della sagra della porchetta, seconda solo alla sagra della mora romagnola con contorno di ciccioli.
Poche sono state le persone che incuriosite da questo mio repentino cambiamento, mi hanno appoggiata. Come dare torto al restante 80%? La domanda più ricorrente è: 'ma come fai?è assurdo' seguita da 'tu sei pazza' 'tu così ti ammali', non ultima la più gettonata 'ma lo sai che anche le piante soffrono? studi scientifici dicono che'. 
A tal proposito, in soli sette mesi ho scoperto cose che prima non immaginavo lontanamente, tra cui quella di essere circondata da (improvvisati)esperti nutrizionisti pronti a difendere con le unghie e con i denti le loro errate convinzioni; roba che anche i muri sanno che i mammiferi producono il latte solo ed esclusivamente in gravidanza e che gli animali soffrono e gioiscono esattamente come noi (sì, noi siamo animali. Eureka!). 
Diffidate dal mito dello zio Tobia che nella vecchia fattoria ha le vacche che producono latte spontaneamente come se piovesse (anche se fosse non garantirebbe più di mezzo bicchiere al giorno) e pecore che non vedono l'ora di passare l'inverno come naziskin.



Io faccio parte della ''categoria'' vegani menefreghisti, ossia quelli che piuttosto che perdere tempo con gente che prova piacere nel provocarti (fingendo un iniziale interesse allo scopo di iniziare  la conversazione), ascolterebbero i racconti sull' adolescenza selvaggia di Lillo per ore. 
Gente che quando ha saputo della mia iscrizione alla setta vegana (sì, ho sentito anche questa) mi ha tolto il saluto (e l'amicizia su fb, ahahaha) credendo di farmi un dispiacere. Seriously?
Quindi ecco, io non sono una di quelli che al cenone di Natale viene a dirti quanto male fa la carne se non espressamente richiesto. Tuttavia, zia Concetta ad oggi non mangia più carne. Daje zia! 
E no, non mi improvviso nutrizionista ma cito libri e studi che non hanno nulla a che vedere con wikipedia, la dieta Dukan (ahimè, ho sentito anche questa!) e i servizi di Medicina33; e non mi reputo un' illuminata che crede di aver scoperto la verità assoluta (ci siete cascati?!).
Voglio dire, posso insistere sul fatto che è ingiusto che gli animali soffrano se vedo che sei sensibile alla causa ma francamente della tua salute (a meno che io non ti abbia a cuore) non me ne può fregar di meno. Evviva l'egoismo settoriale!
Tranquilli, nel momento in cui mi viene detto 'il maiale ha fatto una morte dignitosa su questo piatto, nonna portami il bis di questa succulenta bistecca!' io inizio a parlare del meteo e del fatto che non esistono più le mezze stagioni. Ho reso? Quindi ecco, dopo i primi tentativi di divulgazione ho deciso che ci tengo più alla mia di salute. Cin cin!


Ma veniamo al dunque. Questi sette mesi mi hanno inevitabilmente cambiata, ho maturato quella che viene chiamata coscienza etica(e critica) che è latente in ognuno di noi (almeno si spera!) che prima si limitava al preoccuparmi di non investire i gatti sulle autostrade e a gettare correttamente il tetra pack e le pile esaurite. E a non nominare il nome di dio Ivano. Ovvio.
Ho conosciuto gente di cui mi sono innamorata un secondo dopo (sì, i miei gusti in fatto di empatia sono cambiati!), gente che al 'sai che ieri mi hanno detto che lo sperma è un derivato della carne e che quindi non possiamo...bè...hai capito' mi ha risposto con 'a me gli uccelli piacciono vivi, diglielo!' (immensa stima), gente che mangia solo crudo, gente che rischierebbe la propria vita pur di salvare gli animali, che scende in piazza per denunciare le barbarie commesse dall'uomo-essere senziente. Insomma gente che ne sa. Ignoravo che per produrre un kg di carne servissero: 35mq di foresta, 15.500lt di acqua, 15kg di cereali, con una conseguente emissione di 36kg di anidride carbonica. No non sto dando i numeri e no, non stiamo giocando a tombola.


Così, ho capito che abbiamo a disposizione un solo pianeta e che nel mio piccolo potevo contribuire a renderlo migliore (votate Miss Romagna numero 21 con un sms al), ma soprattutto che potevo rendere migliore me stessa. Sono o no, l'egocentrica di sempre?
Sì proprio io, quella che anni fa ha lanciato un gatto dalla finestra. C'è speranza per tutti.
Sono circondata da gente che dice cose che mi interessano, che fa cose che mi interessano e che la pensa come me e che (un caso?) ha un sacco di interessi di un certo spessore.
Sono lontani i tempi in cui ero costretta a sorbirmi la nail art della settimana, gli aggiornamenti su chi ha scelto chi a uomini e donne, gli ultimi pazzi pazzi acquisti in saldo di gente che è meglio lasciar perdere.

E' bello condividere il cibo con gli amici, ma se l'amicizia si dovesse reggere sul fatto di bere e mangiare le stesse cose e non sul condividere valori, affetti, rispetto reciproco, gioie e dispiaceri, beh, sarebbe davvero deludente e non sarebbe una vera amicizia. Mangiare per socializzare va benissimo. Non va bene mangiare cose che ci fanno male o che vanno contro la nostra etica personale per socializzare a tutti i costi.

Quindi, lo scopo di questo post qual è? Invitarvi a riflettere, a circondarvi di persone che vi amano per quello che siete, a non vedere il cambiamento come qualcosa di necessariamente negativo, a farvi del bene, a scegliere da che parte stare, a non incassare passivamente quello che vi propinano tv e i giornali di bassa lega. Siate curiosi. Per voi stessi.

(Sono diventata anche un pelo più romantica. Vi ho commossi?)
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