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Tutti.

A Forlì fa caldo ma io la sciarpa di lana non mi arrischio a lasciarla a casa. Mi dà sicurezza.

Lunedì, ora di pranzo, le finestre spalancate e una studentessa spedita, in bici.
All'improvviso avevo nove anni. Sono riuscita a scorgere il rumore delle posate distrattamente poggiate sui piatti e sono finita in una serie di amarcord allucinanti che mi hanno riportato a quando ero bambina ed era estate, a Turi. Quando ancora non avevamo il cellulare e nonna era solita affacciarsi in strada e fare l'appello per riunirci a tavola. Così, ho rallentato. Ho realizzato che le piste ciclabili forlivesi saranno anche fatte bene ma non hanno nulla a che vedere con le stradine dismesse del centro storico del mio paesello. Le corse a perdifiato con i miei cugini per tornare a casa in tempo e far sì che nonna che ci raccomandava 'non vi allontanate, state nei paraggi, da punta a punta' non si accorgesse della leggera infrazione. Ho accelerato, ho realizzato che non ero più la nipote prepotente di nonna F., al paesello.

In tutto ho sedici cugini, l'ho scoperto solo ieri mentre facevo la conta a mente. Non so di preciso cosa è andato storto, so solo che prima di raggiungere la pubertà ci volevamo tutti bene e stavamo tutti insieme; forse anche troppo. Tant'è che zia si lamentava spesso del casino e c'era il divieto di stare in strada dalle 14:00 alle 16:00 perché 'a quest'ora la gente dorme'. Ricordo ancora Ninetta minacciarci di tagliare il pallone perché il rimbombo faceva eco fino a casa sua, diceva.
Non c'erano nè Facebook nè sms ma la regola era quella di farsi trovare da nonna alle tre, bici annesse, senza scuse. Poi i tempi sono cambiati, i grandi sono diventati maggiorenni e snob e i piccoli sono cresciuti, ignari, in una generazione sbagliata. Qualcuno ha messo tenda in Francia, qualcuno ha deciso che era troppo grande per trascorrere le feste in famiglia, qualcuno si è beccato l'appellativo di pecora nera per non aver concluso le superiori e ciao. Io, a dirla tutta, sono una pecora nera golden. Titolo che ti affibbiano quando fai qualche nobile cazzata, tipo non essere andata al funerale di tua nonna perché il giorno dopo avevi un esame e guarda caso vivi in Culonia. Cose così. Mica come M, che poverina le è toccato figlia di buona mamma.


E niente, riflettevo sul fatto che rimpiango gli anni novanta, la famiglia unita, i sottobicchieri di plastica, 'quello blu è mio' 'no è mio' e zia R. che ci calma con le olive, gli zii che giocano alla stop, i pranzi infiniti della domenica col tavolo di legno 'che tanto ci stringiamo e ci stiamo tutti'; che sì, qualcuno ha avuto la felice idea di riunirci nel gruppo Family (su Facebook, sempre loro, i piccoli avanguardisti) ma col cazzo che ci chiamiamo. Sono passati anni ma io i Natale e Pasqua con nonna che impastava, il grembiule a fiori, il vestito nuovo per le feste, nonno che ci dava i soldi di nascosto, gli auguri man mano che arrivavano i parenti, due baci per ciascuno che ti ci voleva mezz'ora solo per passare in rassegna tutti quanti e guai a dimenticare qualcuno, non me li scordo. E non mi scordo neanche quel giorno che a nonno venne un infarto e io c'ero, presi M. per mano senza capire bene cosa stesse succedendo, scansando chi urlava a destra e chi piangeva a sinistra e ci nascondemmo in cantina a leggere, perché mamma ci disse 'non potete stare qua' e D. si prese un ceffone per aver urlato che voleva finire il panzerotto. Non mi scordo niente.

Poi all'improvviso avevo ventidue anni, ho lasciato la bici in garage e ho aperto la porta di una casa che non era la mia e ho realizzato di trovarmi a Forlì.

Su questo pianeta siamo tutti animali.

                                                                        ''Di tutte le creature, l'uomo è la più detestabile. 
                          Infligge sofferenza per sport ed è consapevole di questa sofferenza''.

Oggi vi voglio parlare di un tema importante. E delicato.
Non ricordo bene come, ma sono finita col vedere Earthlings, il documentario che spiega il modo in cui l'uomo si rapporta con gli animali, lo specismo, di come quest'ultimi finiscono sulle nostre tavole, nei nostri armadi. Direte voi: tutte cose che già sappiamo, cose che non ci scalfiscono manco per il cazzo. Puoddarsi. Fatto sta che, nonostante mi fossi preparata al peggio, non ne sono uscita illesa. Per anni ho affermato di 'mancare di coscienza' eppure, qualcosa si è mosso.
E vi consiglio di guardalo, di scaricarlo da qui. Lo scopo del film non è quello di convertirci al veganismo ma piuttosto di spingerci a guardare coscientemente ai nostri stili di vita, di sensibilizzarci e allontanarci almeno dall' ignoranza che spesso ci porta a dire 'non parlarmene, mi rovini la cena'. Non è forse vero? So che è un argomento delicato, che indispone e spesso innesca discussioni al limite del civile ma vorrei che mi deste il vostro parere. Tra di voi c'è qualche vegetariano, vegano? Onnivoro propenso al dialogo? Parliamone.



Gandhi disse grandezza e progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali. Le immagini che vedrete sono molto crude e io stessa mi sono imposta di non coprirmi gli occhi, di vedere e riflettere. Una cortesia, non venitemi a parlare del leone che morde la gazzella, della mantide accusata di uxoricidio. No. Qui la cosa è diversa, si tratta di civiltà, di alternative, di ignoranza. Qualcuno ha detto che fino a che esisteranno i macelli, esisteranno i campi di battaglia, che l'ignoranza è la principale linea di difesa e che può essere eliminata da chiunque ha il tempo e la voglia di scoprire la verità. Earthlings può essere un inizio!
Ho guardato al mio stile di vita, lungi da me pelle e pellicce ma ciò non basta. Ho anche pensato che fino a che esisteranno coloro che non hanno pietà e rispetto delle persone stesse (vedi i riottosi, la violenza, i maltrattamenti, gli oppressori, i razzisti) le statistiche non parleranno mai di
un numero sempre più elevato di gente sensibile all'argomento.
Il documentario parla di cibo, vestiario, esperimenti e vivisezione sino ad arrivare allo sport, all' intrattenimento e alle malattie che ci riguardano da vicino. Avete mai pensato ai rodei? Sarebbe quanto meno sufficiente tradurre la parola matador dallo spagnolo all' italiano per rendersi conto di quanto l'uomo è cosciente del suo operato. Non sono qui a promettervi che mi convertirò al veganismo, non so nemmeno quanto forte e immune è la mia coscienza, quanto ancora quelle immagini mi impressioneranno sino al disgusto. Però avrei piacere che lo guardaste anche voi e che se ne discutesse insieme. Pensateci.

Teste di...BLOGGER 3#

La terza blogger ad essere intervistata è Valerie di Miss Valerie.
Ha aperto il suo blog appena due mesi fa e conta già numerosi iscritti, emozionata per questo traguardo confessa di non sapere nemmeno lei qual è il segreto.
Che aspettate? Date un'occhiata al suo blog perfettamente in tema con la primavera.


1- Ciao Valerie presentati ai lettori. Cosa fai nella vita?

Ciao a tutti! Io nella vita mi occupo di Marketing per l'azienda di famiglia, praticamente: o sono in pieno campo a coltivare o sono in una delle migliaia di Fiere più importanti in Italia per promuovere la mia attività. Sono orgogliosa del mio lavoro anche se l'ho intrapreso da pochi anni.

2- Quando è nato il tuo blog? Perché hai scelto questo titolo? 

Il mio blog è nato il 2 gennaio 2012 e ho scelto questo titolo perché rappresenta il mio nome reale con l'aggiunta di Miss... bè perché sono di certo una Signorina con la esse maiuscola. Dal modi di fare al sentirmi una giovane Donna, piena di buoni propositi per il mio futuro.

3- Cosa significa per te essere blogger? Cosa ti spinge a continuare? 

Per me essere blogger significa poter esprimere il mio pensiero ma sopratutto le mie emozioni. Poter condividere con delle persone estranee ma interessate ciò che ho vissuto e vivo tutt'ora, ironizzando ed anche commuovendomi per i risultati che mi stanno regalando i miei lettori.
Mi spingono a continuare innanzitutto le piacevoli conoscenze che ho fatto con altri blogger e la voglia di trasmettere qualcosa di positivo in questo mondo faticoso. Un sorriso e una battuta sono cose piacevoli da leggere e vedere, sollevano la giornata!

4- Qual è la più grande soddisfazione che hai ottenuto da quando hai aperto Miss Valerie?

La più grande soddisfazione, mi ripeterò, è stata quella di conoscere delle persone magnifiche e scoprire i loro "reali" mondi.

5- Trovi che ci siano anche dei lati negativi nel gestire un blog personale? Se sì, quali? 

Bè dei lati negativi nel mio caso ci sono, per questo rimango "anonima". In realtà succede perché se hai un'attività e pubblichi qualcosa di personale c'è chi può interessarsi un po’ troppo alle tue cose, quindi.. rimango anonima. Evito inconvenienti. 

6- Come definiresti i tuoi followers? Hai una cerchia di fedelissimi?

Uh i miei follower sono delle forze della natura. Simpatici, gentili, anche belli e piacevoli. Amo chiacchierare con loro di qualsiasi cosa e alle volte mi sembrano più presenti delle persone che conosco personalmente. Sfogarsi poi con loro è una goduria.. tra l'altro ci sei anche tu giusto?
Poi ho una cerchia di fedelissimi, presentissimi e altri invece che passano qualche volta. 
Però è sempre piacevole leggere un loro commento, ancor più se costruttivo!

7- Hai creato rapporti con altri bloggers o con qualcuno dei tuoi lettori?

Sì, ho iniziato a creare rapporti con qualche lettore e penso che si costruiranno delle belle amicizie. Poi conoscerli di persona è un'emozione in quantificabile.

8- Come ti vedi tra 10 anni? Miss Valerie farà ancora parte di te?

Tra dieci anni? bè, ne avrò 32. Spero di essere sposata (quindi dovrò cambiare nome con Mrs Valerie!) e poi spero di avere tanti bei pargoletti da accudire. La gioia della vita in fondo. 
Innanzitutto spero di essere serena e felice.. che non è poco.. e poi chissà magari con tantissimi lettori..che bello sarebbe!

9- Scrivere è una tua passione, ne hai altre?

No scrivere non è la mia passione, infatti non sono nemmeno un granché di scrittrice. Scrivere è un passatempo che faccio da tantissimi anni, penso da sempre. Ho sempre seguito migliaia di diari, lasciati lì e ripresi dopo anni.. però mi piace farlo perché mi libero da tutti i pensieri della giornata!
Di altre passioni ne ho davvero a bizzeffe: dalla danza alla lettura, dal pattinaggio sul ghiaccio ai lego. Non potrei elencarle tutte.

10- Per concludere, che consigli daresti a chi si è affacciato da poco nella blogosfera?

Come consiglio potrei dare questo: evitate di scrivere cose troppo personali di voi se siete facilmente riconoscibili, imparate a non essere uguali ad altri blogger ma ideate un blog u-n-i-c-o (l'originalità premia) e poi buttateci dentro quanto più vi rappresenta.. e poi.. sorridete anche tra le pagine del vostro diario virtuale.








Grazie mille per aver partecipato, Valerie! 
Se ti va, spiegaci cosa intendi per 'non essere uguali ad altri blogger'. Noti che ci siano blog simili? Com è possibile, se all'interno di ciascuno c'è una vita diversa, raccontata? 11esima domanda, chiedo perdono, ma sono curiosa di leggere la tua risposta.

Wanna be saponificatrice di Correggio

Guardo il lato positivo, senza queste disavventure non avrei di che scrivere, non mi sentirei una persona tanto meglio, non mi ritroverei a ridere dei vostri commenti e non farei pensieri sado che vedono protagoniste 'ste cinque, un rinoceronte e la saponificatrice di Correggio.
Perché come direbbe la Cocchi, qui si mettono in atto operazioni strategiche quando usciamo dalle rispettive stanze, per non vederci, che nemmeno ai reparti speciali SWAT.
Tipo stanotte ho sognato uno scontro con Jolly in cui le dicevo che non poteva avere tutto e che se voleva la tapparella alzata durante il giorno, io in cambio dovevo poter invitare Andrea quando volevo. Mi sono svegliata soddisfatta, manco avessi fatto sesso estremo, salvo poi realizzare che era solo un incubo e che sarebbe dovuto andare così. Fancxlo!



Sempre stamattina, ho saputo che la profezia Maya si anticipa di duecento giorni. E' fantastico. Ciò significa che non farò in tempo a dare il totale di controllo delle performance, che non andrò in vacanza a sfoggiare le tette nuove e che non vedremo mai mio fratello diplomarsi. 

Intanto Hilary Duff ha spagnottato, Snooki fa le prove con un bambolotto e io sono non so che mangiare nè a pranzo e nè a cena. Annamo bene.

p.s. Proprio sotto casa c'è una sfilata di carri allegorici (a marzo?) con la musica ad alto volume ed è domenica. Domenica, il giorno sacro allo studio per Jolly.
Inutile dirvi che sto godendo come una pazza. Avanti così!

Fuori sede, fuori corso, fuori di casa.

Post non adatto ad un pubblico sensibile e minorenne.

Ho perso. Pensavo di iniziare così. 
Alle 19.00 in punto erano tutte schierate davanti a me. Non scherzo, se non fosse stato per la scritta La legge è uguale per tutti, che mancava, avrei detto di essere in tribunale. La stanza è illuminata da una lampada, dall'altra parte del tavolo sono presenti cinque sedie, il tutto ricorda la scena di un interrogatorio. Non ci sono domande, solo accuse e un regolamento appena stampato. Io immobile, 'due fogli A4 stanno per sancire le sorti di questo zoo' mi dico. Faccio immediatamente notare che perfino uno psicologo, non troppo orbo, avrebbe notato dallo schieramento, chi fossero i carnefici e lo status che legava me a loro. Danno la colpa alla casualità e esordiscono con 'non ce l'abbiamo con te, ci mancherebbe, vogliamo solo chiarire alcuni punti, questo regolamento è PER TUTTE', ribatto con 'e allora perché non sono stata coinvolta? Le camere si sono riunite in mia assenza', Usignolo prende coraggio e balbettando dice qualcosa come 'ma no, cosa dici, abbiamo buttato giù due righe e pensavamo di proportele e poi magari integrarlo, correggerlo'. Certo, sono io quella paranoica. Questo è l'intro del regolamento, con tanto di premessa strappalacrime #perché noi studiamo scienze politiche, sorella!

sono cinque, che casualità
Il punto è principalmente uno: non gradiscono la presenza di un maschio in casa, le imbarazza. Preciso che Andrea è in cucina (quindi spazio comune) quei venti minuti utili per cenare e per il resto del tempo è in camera mia. Posto ciò, vi starete chiedendo com'è che allora SmEmo può portare mille uomini? La risposta è una: hanno come unico punto di riferimento la casa. HAHAHAHAHA. Ciò vuol dire che se l'ospite, che chiameremo casualmente col nome di Andrea, ha casa a Forlì la sua presenza non è gradita se non occasionalmente. E SmEmo nell' avverbio occasionalmente ci sguazza, si sa. E' perfetto. Per loro. Ma voglio soffermarmi sul momento più bello della serata, ossia quello in cui Jabba -ribadisco, Jabba- mi confessa, il suo maggiore disagio: lei vorrebbe poter girare in mutande e la presenza di Andrea la ostacola. Ora. Io sarò pure carina quando mi ci metto ma non ce l'ho fatta a non riderle in faccia. Però sono stata brava, l'ho supplicata di non farlo mai per il bene di tutte, a prescindere. Non so come l'abbia presa perché ad un certo punto mi si è annebbiato il cervello, la mia mente ha iniziato a propormi immagini random di Jabba semi nuda ai fornelli e con la scopa tra le gambe. Per dire, no? 
Sugli altri punti sorvolo perché c'è veramente poco di sensato da dire, ma proprio mentre iniziava ad affievolirsi l'idea di un eventuale omicidio, Jolly si sofferma sul primo punto e ribadisce che io non posso guardami i film al pc di sera perché lei sente tutto e si indispone. Ostacolo la sua carriera universitaria, capite? Proprio in quell'istante ho sentito una forza centripeta che mi teneva alla sedia e che mi ha impedito di sbatterle la testa al muro. Ma forse me la sono solo sognata, ripeto. 
Sul regolamento il primo punto è sottolineato quindi molto importante, quindi imprescindibile. 

                             Libertè, egalitè, vaffangul a te, a te, a te!

Galeotto fu il fusillo. Questa è una storia a sè che ci tengo a raccontarvi. Sin dall'inizio dell'anno si ribadì che il lavandino andava pulito ogni qualvolta lo si sporcasse, senza aspettare la missionaria di turno e che andava liberato da eventuali residui di cibo. Ovvio, direte voi. Da giorni però c'era sto fusillo eremita che giaceva inerme e sconsolato sul bordo. Nessuna ha avuto il coraggio di toglierlo perché convinte fosse mio e se è mio nessuno di loro lo deve toccare. E qui le volevo. Pare che sto putiferio l'abbia scatenato proprio il povero fusillo che non era mio ma bensì di SmEmo. Ma c'è una regola non scritta che dice che quando non si sa a chi dare la colpa, la colpa è di Emy. HAHAHAHA.
Io non vi sto neanche a descrivere la discussione perché non è ridicola, di più. Fatto sta che tra un assalto e l'altro mi difendevo dicendo loro che se mi avessero un minimo conosciuta in questi mesi, avrebbero di certo saputo che io mangio solo penne rigate. Tiè! Colpite. Affondate.
Questo, giusto per farvi capire l'età mentale che riescono a raggiungere tutte e cinque insieme. Mi hanno anche detto che organizzeranno occasioni al fine di unirci e che se quando io entro in cucina e loro si zittiscono non è perché ce l'hanno con me, ma è perché si stanno confidando segreti molto intimi. Queste a Fatima je fanno na pippa.
E niente, questo è quanto e il lato positivo è che almeno mi è concesso respirare. Almeno.
Dal momento che non intendo deporre le armi, nè farmi amiche ste zocc, da oggi in poi ridurrò al minimo la mia presenza in casa e a sera andrò da Andrea il quale vive con altri due ragazzi che, avendo una vita sessuale attiva, non si sentono imbarazzati dalla mia presenza.

Ah, ovviamente a settembre io qui non ci torno.

Gli avvoltoi hanno fame.

Sottotitolo: primavera un paio di palle.

Come toccare il fondo dopo una mattinata di merda: 'Emy stasera alle 19:00 ci riuniamo per chiarire alcune questioni in casa'. Qualcuno tolga lo sgabello sotto ai miei piedi, grazie.

Però io stavolta ho deciso che non me ne starò zitta annuendo e digrignando i denti, voglio essere cattiva, tipo mandarle tutte a fanxlo. Si può fare? Perché succede sempre che mi preparo due tre frasi d'effetto e finisce che non ho forze per rispondere, che vorrei piangere istericamente perché in un modo o nell'altro capita che ce l'hanno con me per motivi assurdi.
Perché io sono il classico esempio del 'tutto fumo e niente arrosto', non ho le palle per urlare, per elencare le tremila cose che non stanno bene a me e piuttosto che riprenderle mi mordo la lingua e chiudo un occhio. Due, tre.

Non si finisce mai di imparare

Sottotitolo: ci sono scoperte che aggiunte sopra una certezza, la fanno vacillare.

Jabba è single. Questa, la notiziona del giorno. Non ci volevo credere, ma le mie orecchie hanno proprio sentito 'non mi meritava' mentre sorrideva e Usignolo annuiva; per elaborare il lutto, ieri sera si è spazzolata 'na bella parmigiana home made. Salute!
E mentre ero lì che piegavo minuziosamente i miei panni stesi, con una precisione che neanche Fabergè sulle sue uova di struzzo, al fine di origliare quanta più conversazione possibile scopro che lei stanca di perdonare (cosa?) ha deciso che la personalità del suddetto è indissolubilmente legata alle sue origini campane. Hai capito Jabba? I suoi studi in ambito sociologico offrono stimolanti riflessioni sulla vita di tutti i giorni, utili a distinguere la merxa dalla cioccolata.
Così mi è parso di capire. Ma nei cinque minuti che mi hanno vista fissare inespressiva gli scomparti del frigorifero mentre riflettevo sul senso della vita, la conversazione si è mio malgrado interrotta. E' molto probabile che stasera alzi il gomito, così, perché lei l'ha presa abbastanza bene ha detto. Ma Jabba a noi ci piace così, esilarante, fresca, il cui LDL dolcemente la scalfisce.


Nel pezzo di strada che mi vede annaspare per raggiungere l'autobus in corsa (più o meno in queste condizioni) sono solita incontrare quelle gran brave teste di persone che rispondo al nome di testimoni di Geova. E io sono convinta che tutti, indistintamente, abbiano tatuate sulle natiche le parole carpe diem perché se no non si spiega. Dicevo, io correvo e questi pensano bene di fermarmi per chiedermi un parere sui mali che affliggono l'umanità. Ripeto: sui mali che affliggono l'umanità. E mi viene in mente il detto: il bue che dice cornuto all'asino. Ma vabbè. Con il garbo che è solito contraddistinguermi (vedi quella mattina che mi rivolsi con 'che cazzo ti strombazzi?' a un imbecille qualsiasi, impaziente al semaforo) spiego loro che non è aria, per farla breve. State attenti ora.
Insistono e mi spiegano che è Satana l'autore dei miracoli e il suo operato ha come fine quello di portare i credenti alla sua sponda e che contrariamente a quanto si pensa non è dio a fare ciò perché dio non farebbe mai distinzioni tra i suoi figli. HANNO VINTO, CAZZO!
Ora non so voi ma io penso che da domani andrò nelle scuole primarie a diffondere il verbo.

Teste di...BLOGGER 2#

La seconda blogger ad essere intervistata è Lilyum di Maancheno


1- Ciao Lilyum presentati ai lettori. Cosa fai nella vita?
Ciao! Io sono copywriter. Lavoro in un’agenzia di pubblicità e curo tutti i testi: ogni parola che sentite in tv, alla radio o leggete sui giornali, sono compito del copywriter che, insieme all’art director, ideano la campagna. Nel tempo libero scrivo racconti e articoli. Oltre ad andare in palestra, la mia seconda casa.

2- Quando è nato il tuo blog? Perché hai scelto questo titolo?
Questo blog è nato Lunedì 11 Aprile 2011. Ho scelto questo titolo perché è un mio modo di dire e perché rispecchia un po' il mio carattere lievemente polemico.

3- Cosa significa per te essere blogger? Cosa ti spinge a continuare?
Il mio blog è un moderno diario segreto che solo da pochissimo ho aperto anche ad alcune persone che conosco nella vita reale. La stragrande maggioranza, ignora che ne abbia uno. In quanto diario segreto raccoglie i miei sfoghi o le cose che mi capitano, il mio punto di vista su ciò che mi circonda, dei piccoli e semplici pensieri. E' anche uno di sfogo e questo credo sia il motore che lo porta avanti. Oltre ad una certa dose di esibizionismo che mi porta a scrivere per vedere cosa ne pensano gli altri. I commenti sono la parte che preferisco.

4- Qual è la più grande soddisfazione che hai ottenuto da quando hai aperto Maancheno?
Sembra banale, ma ho potuto virtualmente conoscere un piccolo gruppo di persone che seguo sempre e di cui ho osservato mondi e idee. La conoscenza altrui, seppur velata da nickname, è la cosa che mi affascina di più. Sapere che quello che scrivo piace o fa ridere o fa riflettere, ma anche valutare i punti di vista diversi di chi non è d’accordo.

5- Trovi che ci siano anche dei lati negativi nel gestire un blog personale? Se sì, quali?
No, non mi sembra ce ne siano. Se ne trovassi anche solo uno, chiuderei.

6- Come definiresti i tuoi followers? Hai una cerchia di fedelissimi?
Non li definirei né followers né fedelissimi. Piuttosto, amicizie virtuali: i due termini possono sembrare contraddittori invece io sento un piccolo legame tra noi. Loro seguono me e io seguo loro, in un continuo scambio di esperienze, pensieri ed emozioni. Mi piace.

7- Hai creato rapporti con altri bloggers o con qualcuno dei tuoi lettori?
Sì, è successo una volta sola. Ho conosciuto personalmente una ragazza che aveva, come me, un precedente blog su style.

8- Come ti vedi tra 10 anni? Maancheno farà ancora parte di te?
Che domandona! Posso rispondere tra 10 anni? Sicuramente, quello che posso dire, è che tutte le pagine virtuali di Maancheno saranno trasferite su word: amo conservare quello che scrivo, sostiene il ricordo e mi fa rivivere il passato.

9- Scrivere è una tua passione, ne hai altre?
Mi piace leggere, andare in palestra, giocare a calcio, cucinare, bere vino rosso, andare al cinema. E mille altre cose.

10- Per concludere, che consigli daresti a chi si è affacciato da poco nella blogosfera?
Di non porsi limiti nello scrivere: qualsiasi cosa catturi la nostra attenzione, vale la pena di condividerla.

Grazie mille per aver partecipato Lilyum, per me è sempre un piacere leggerti, il tuo stile mi ha catturata sin da subito. E adesso, correte sul suo blog!

Ancora un premio, anzi due.

Non so bene per cosa, ma Strawberry mi ha premiata sul suo blog e quindi oltre a ringraziarla, devo dirvi ulteriori sette cose di me per poi passare il testimone a chiunque ne abbia voglia.

1- al Liceo ero in una classe di sole donne, venti per la precisione; potete quindi immaginare la formula tutte le donne mi odiano ed elevarla alla ventesima. Cosa ne viene fuori? Cinque anni infernali, passati a concorrere con altre due bestie spietate per accaparrarci il primo posto. Solo che io non sono mai stata brava con le sviolinate (si dice così anche da voi?) tant'è che spesso proprio per la mia irriverenza finivo per essere mal vista dalla prof. di storia che non perdeva mai occasione per interrogarmi. Per me invece ogni occasione era buona per mandarla a fanc. Allegria! Questo per dirvi che, almeno al liceo, nonostante i miei ottimi voti non sono stata la cocca di nessuno e una volta sono perfino arrivata ai capelli con la Pornodiva della classe.

2- a soli dodici anni ho messo il mio primo apparecchio ai denti. In dieci anni ne ho cambiati sette, quello mobile, quello fisso, quello con gli elastici, quello notturno e chi più ne ha più ne metta.
Il mio preferito era quello blu e verde ma ricordo di aver versato fiumi di lacrime quando mi hanno detto che avrei tolto per sempre questo. Mi piaceva tantissimo e il dentista mi guardò allibito.
Ero inoltre convinta che da grande avrei fatto il dentista, per fortuna poi ho cambiato idea.
Ora però ho un sorriso che, lèvate. Grazie mamma.

3- mi piacciono gli elefanti e mi intristisce tutte le volte saperli come attrazione al circo.

4- Odio il captcha! Per intenderci: il codice a numeri e lettere incomprensibili richiesto per lasciare un commento a blog e simili! Toglietelo, fatemi questa cortesia! E' sufficiente andare in bacheca, impostazioni, commenti e a parole di verifica scegliere NO!

5- Amo le serie tv tanto che sono ancora qui a piangere per la chiusura di megavideo. La mia serie preferita è Big bang theory ma ne ho viste e continuo a vederne tante: Sherlock Holmes, Kyle XY, Kebab for breakfast, Walking dead, Heroes, Awake....
How I met your mother, invece, non riesce a entusiasmarmi.

6- Sono molto permalosa, e testarda, basta poco per mandarmi in pappa il cervello.

7- Vorrei essere più femminile: avere un guardaroba figo, imparare a truccarmi, smettere di mangiarmi le unghie, indossare scarpe con i tacchi. Non ce la farò mai!


Accetto sempre di buon grado queste iniziative perché mi rendo conto che spesso alcuni blogger scrivono per se stessi, post e post ermetici dove non si sa bene il contesto né tanto meno a chi si rivolgono; questo mi manda in bestia e chiudo la pagina con un sonoro 'e quindi?'.
Grazie a queste catene invece, finisco per cavarne anche una semplice descrizione.
Non so voi, ma entrare in un blog e non trovare alcuna presentazione (nè nel primo post assoluto, nè altrove) mi rende difficile continuare, per il semplice fatto che il bello della blogosfera è proprio avere tanti amici sparsi -anche se spesso non hanno un volto- e seguire le loro vite quasi come nella realtà. E' fantastico!

p.s. mi ha premiata, or ora, Lilyum. EVVAI! Troppa grazia, oggi.
Ora, da regolamento devo spiegare perché è nato questo blog. Il bello è che non lo so nemmeno io, ricordo solo che su facebook il mio cinismo quotidiano era molto apprezzato e la gente mi diceva sempre 'oggi non scrivi? non ci aggiorni?' allora mi sono detta che forse aprire un blog anche per mettere alla prova la mia costanza, sarebbe valso qualcosa.
Il titolo? Bè, serve proprio che lo spiego?

Elaborazione dei traumi affettivi. E vari.

                                                             ''La vita è più facile se si teme solo un giorno alla volta''

Succedono cose strane a Forlì. Un tizio, giusto oggi, al semaforo ha detto di amarmi poi è scattato il verde e ciao. Mi ha ricordato il cassiere dell' AeO che non si rassegnava e tutte le volte oltre all' autografo -per la ricevuta postepay- mi chiedeva il numero di telefono. Poi ho terminato la raccolta punti e ciao anche a lui. Così oggi, mentre pedalavo pensavo che tutto sommato Forlì non mi lascerà solo delle amare cicatrici ma anche dei piacevoli ricordi. Pochi.



Quella volta che io e lo Zerbino abbiamo corso a perdifiato con le bici fino alla cava, e ridevamo. Quella volta che 'cos'è sta schifezza?' 'si chiama squacquerone'. Quella volta che ho preso il primo 30L, la sensazione di farcela, di crollare un minuto dopo. C'na ma sci scmaninn. Quella volta che ho rigato la porche di Tommy il nerd perché ci voleva. Quella notte che mi ingozzavo di Tuc al bacon perché di la c'era un bestie party e imprecavo, silente, e nel frattempo mi sbronzavo di acqua naturale. Quella volta che 'stai giocando con i miei sentimenti' 'ho la xbox rotta'. I panini per il viaggio. Quella volta che 'Andre io mollo tutto e me ne torno a casa', la tua faccia subito dopo e 'ok resto'. Tutte le volte che lo Zerbino mi portava a cena e poi 'hai passato una bella serata?' 'sì ma non era questa' e correvo all'ascensore sghignazzando. Tu l'hai visto Up?. Quella volta che 'il prossimo che mi dice ti amo da morire voglio vederlo morto'. Ndollè. Michelozzo e ibbabbo.



Perché qui non è il mio posto, perché questa stanza non mi ha fatta mai sentire a casa. Apro la porta, esulto se non c'è nessuno. Non va, così. Questa sedia, questi muri, hanno contato i minuti, le ore, prima che tornassi al Nido, delusa, stanca ma non tanto da farlo notare. Perché quest'anno c'è Andrea e mi sembra che tutto sia meno peggio, tutto passa in secondo piano e si confonde con il superfluo. Questa sedia, questi muri, contano i minuti, le ore, prima che si faccia sera. Ora.
E penso a quanto di Andrea ci sarà nel mio futuro, a quando la mia felicità non dipenderà solo da questo, a quando i miei deliri non saranno più parte delle nostre giornate e rideremo dei tempi passati, nell'attico a Valencia. Ora vivo di questo, respiro.
Quando ce la farò da sola, quando non avrò bisogno di spalle forti e attente, quando finalmente penserò a Forlì e dirò 'è tutto passato'.


                                                 ''Ho ancora la forza di starvi a raccontare le mie storie di sempre, 
                 di come posso amare tutti quegli sbagli che per un motivo o l'altro so rifare''.

Scotto e mangiato 2#

mica ci credo che l'ho fatta io
C'è che ho ripreso a mangiarmi le unghie. Non va bene. Non ora che avevo finalmente trovato l'agognato smalto grigio simil particulière (muhahah). In compenso però, ho preso una piacevole abitudine che porto avanti da un mese ormai: preparare un dolce a settimana. Detta così pare una cosa grandiosa, se non fosse che ciò influirà inevitabilmente sul peso forma. Ma chissenefrega.
Come dite, tra pochi mesi siamo in estate? Oh caxxo.  
Che qua per fare qualcosa bisogna aspettare che non ci sia nessuno in casa o se no devi avviare le pratiche per lo sfratto dal tavolo della cucina e sei sei fortunata dopo poco ti ascoltano e smammano. (Io le odio quando si piazzano in cucina a far finta di studiare!)
Così oggi ho fatto una torta della nonna che.. lèvate. Pasta frolla, crema e pinoli. Figata!
Aemh, la pasta frolla l'ho comprata ma non ditelo a mia madre, le si drizzerebbero i capelli.

Teste di...BLOGGER 1#

La prima blogger ad essere intervistata è Zia Atena di Una Zia Aerospaziale.
Ha accolto con piacere la mia proposta e dopo solo poche ore le risposte erano già belle che pronte. Ho deciso, con un po' di ironia, di chiamare questa sezione 'teste di... BLOGGER'.
Che dire, spero proprio di coinvolgervi numerose e che questa iniziativa vi entusiasmi quel tanto
che basta per spingervi a curiosare sui relativi blog. Pronte? Cominciamo.



1- Ciao Cinzia, presentati ai lettori. Cosa fai nella vita?

Una leggenda vuole che ZiaAtena al primo anno di Università andasse in giro dicendo "Ciaooo io sono Zia Atena e sono terrona, tu come ti chiami?" (pare seguisse presentazione power point per illustrare tutto l'albero genealogico). Qualche anno dopo ZiaAtena è sempre la solita terrona, con cinque anni di espatrio al nord e uno di espatrio in Crucchia sulle spalle. 
Sono laureata in Ingegneria Aerospaziale ma non faccio l'astronauta. Sto concludendo il mio anno di lavoro all'estero per tornare al Nord e e prendere la seconda laurea.


2- Quando è nato il tuo blog? Perché hai scelto questo titolo?

Il mio blog è nato circa un anno fa in un giorno in cui avevo la febbre (questo la dice lunga). 
E' nato perchè stavo per diventare Zia (un po' tarocca) e nell'ansia di vivere in pieno questo cambiamento mi ero avvicinata a un sacco di blog mammeschi. Il titolo è stato la conseguenza naturale del mio stato d'animo, un continuo compromesso tra ziitudine e ingegneria.


3- Cosa significa per te essere blogger? Cosa ti spinge a continuare?

Tante volte mi son chiesta se il termine blogger mi si addica davvero. La risposta è BOH. 
Diro' la frase più scontata della stagione blogghesca: "scrivo per me". E' ovvio che gradisco che qualcuno mi legga (messaggio subliminale, venite a leggere il blog se no il potere della iella internettiana si abbatterà su di voi); però effettivamente la prima lettrice del mio blog sono io. Scrivendo realizzo i miei stati d'animo, li chiarisco, a volte li risolvo, a volte faccio solo dei macelli (vedi la volta che scrissi un post pieno di insulti sul mio ex e quello lo lesse). 
Continuo a scrivere perché mi sembra di lasciare un segno nel mondo (oddio sembro Miss Italia). 
Continuo a scrivere perchè è una sfida. In tutti i sensi. E io senza sfide non vivo.


4- Qual è la più grande soddisfazione che hai ottenuto da quando hai aperto Una Zia Aerospaziale?

La soddisfazione più grande che ho avuto è stato quando ho scoperto che Lui leggeva il mio blog. Non so spiegarlo, è stato proprio un senso di rivincita, di orgoglio personale. 
Poi c'è stata la recensione su mamme.tv. E poi, senza sembrare paraventa, ogni nuova persona che ho conosciuto attraverso il blog è stata una grande soddisfazione. Davvero. 
(Leggi:Quando andremo a prenderci uno Spritz io e te, sarò davvero felice e soddisfatta!)


5- Trovi che ci siano anche dei lati negativi nel gestire un blog personale? Se sì, quali?
Di aspetti negativi ce ne sono diversi. Primo tra tutti quello che se hai un blog sincero, di getto, d'istinto, come il mio, prima o poi ti pentirai di qualche post. Uno s'incazza, scrive mazze e corne, butta giù il veleno e lo lancia nell'etere..salvo poi non poterselo più riprendere in dietro.
L'altro aspetto fortemente negativo è che prima o poi qualcuno arriverà alla tua vera identità, riconoscerà le persone di cui parli, si sentirà in diritto di leggere nelle tue parole cose che non sono e inevitabilmente il blog perderà di spontaneità.

6- Come definiresti i tuoi followers? Hai una cerchia di fedelissimi?

I miei followers sono i più variegati possibili. Di gente che passa dal blog ce n'è diversa, la metà ha cercato qualche cosa porcella su google, tipo "la zia sulla lavatrice" o "quella gran gnocca della zia" e mi fermo qui perchè siamo in fascia protetta (o no?). Poi ci sono i fedelissimi, mia mamma che dopo un periodo di lurkeraggio ora finalmente si palesa, le mie coinquiline e altri amici che cercano di avere informazioni sulla mia vita nei miei periodi di autismo in cui non voglio parlare con nessuno. Un fedelissimo anonimo e poi tante altre blogger e persone per lo più conosciute via twitter o a causa del mio espatrio.


7- Hai creato rapporti con altri bloggers o con qualcuno dei tuoi lettori?

Ho incontrato personalmente due bloggers qui ad Hamburg. E' stata un'esperienza davvero bellissima, perchè c'è sempre un po' di imbarazzo e di curiosità ma poi parlando risenti in viva voce pezzi di post, rivedi negli occhi delle persone le parole che hai letto. Ci sono altri incontri in programma appena reimpatrio e ribadisco che tu sarai tra le prime. Così se poi ci scanniamo possiamo parlare male su ognuno dei rispettivi blog. 


8- Come ti vedi tra dieci anni? Una Zia Aerospaziale farà ancora parte di te?

Oddio questa è una domanda tipica da colloquio di lavoro. Tra dieci anni non mi vedo. Al massimo ti posso dire come mi vorrei. Vorrei essere un ingegnere aerospaziale che lavora come ingegnere aerospaziale (cosa non semplice) possibilmente nella mia terra d'origine (Lu Salentu) e vorrei poter parlare della mia vita, dei colleghi stronzi, delle mie amiche, dei miei nipoti, di quel santo d'uomo che mi s'è pigliata e di quel cucciolo d'uomo che ho dato alla luce su Una Zia Aerospaziale.


9- Scrivere è una tua passione, ne hai altre?

No. Scrivere non è una mia passione. O se lo è non me ne sono mai resa conto. Da piccola chiedevo a mia mamma "Ma quei signori che fanno i giornalisti devono scrivere un tema ogni giorno?? Ma che noiaaaa". Poi mi son ritrovata a scrivere temi in un blog. Le mie passioni grandi sono due. L'aria e l'acqua. L'aria degli aerei, del volo, del mio lavoro e della divisa che avrei voluto portare. L'acqua del mare, del nuoto, di tutte le gare che ho fatto e anche di quelle che non ho fatto.



10- Per concludere, che consigli daresti a chi si è affacciato da poco nella blogosfera?

Domandoneeee!!! Nessun consiglio...solo un desiderio...vorrei che non ci si prendesse troppo sul serio, almeno non sui blog. Già la vita è tanto amara, scannarsi con gente che neanche si conosce su temi relativamente importanti mi sembra un po' troppo. Allo stesso modo tirarsela come si fosse le regine sul pisello internettiano mi sembra fuori luogo. Insomma...volemosebbbene!

ZiaAtena, l'ho scoperta leggendo tra i commenti ad un post (al momento non ricordo di preciso quale). Trovo che questi ultimi siano vere e proprie miniere, personalmente leggo sempre con piacere le risposte a post anche banali; un nickname curioso, un parere interessante e ben scritto, mi hanno portata da molte di voi e dio benedica il tempo libero. Lei in particolare è stata una di quelle per cui ho pensato 'oddio, ma io questa la conosco, dove l'ho già vista?'. 
Cinzia, che altro dire, grazie per aver partecipato! Ribadisco che aspetto solo che torni a Forlì per conoscerti e perché no, sfatare il mito secondo cui tutte le donne mi odiano. Tze!

Il week end è un diritto inalienabile.

Non che oggi sia in gran forma. Io il sabato posso alzarmi tardi, non devo andare all'università, non devo pedalare per 4.6km complessivi, non devo sgomitare per trovare posto in aula, non devo imprecare contro i pedoni bipolari. Insomma, posso rilassarmi. Salvo poi rendermi conto che una volta su tre tocca a me lavare il bagno. Fuck. Delle pulizie, qui in casa, non ve ne ho mai parlato; tipo, non vi ho mai detto che Jabba è più veloce della luce (dio solo sa come ci riesce) e che Jolly invece pensa che cestino e tappeti siano un optional. Non ha tempo lei, 'deve studiare'. Sì, perché noi invece. Poratcha. Per quanto riguarda le altre invece, posso giurare di non averle mai viste all'opera, sebbene Usignolo sostenga di farlo di notte. Mah.

Stanotte, mentre sognavo di sposarmi, ho deciso di coinvolgervi in una forse bizzarra iniziativa. L'idea in realtà è di Cecilia di Blue Moon, che con la rubrica 'Speciale Interviste' ha scelto dieci blogger a cui proporre alcune domande riguardanti il blog di ciascuna, un modo per conoscerle e farle conoscere.

Ho pensato che potrei fare lo stesso. Vi proporrò un' intervista a settimana che poi posterò qui sul mio blog. Che ne pensate? Le vostre reazioni sono 'ma fatti una vita' 'non ci provare a chiedermelo' 'scegli me! scegli me!' o ancora 'anche no'?. Siete entusiasti, confessatelo. Vi contatterò tramite e-mail e se accettate, avrete tutto il tempo per mandarmi le risposte. Nulla di indiscreto, ripeto, sarà un modo per farvi conoscere agli altri e soprattutto, dato che non ho ancora un blogroll, proporvi i blog che amo di più.

Bene, vado a trascorrere il mio agognato week end sul libro di macroeconomia. Che gioia.

No alla mimosa, sì al pisello odoroso.

Vi parlerei anche di quello che significa essere donna per me, sia chiaro, ma g'na faccio. Voglio dire, vivo con quattro cerebr donne, qualcosa l'avrò pure imparata; ma non cadrò in facili clichè quali 'siamo donne per 365gg l'anno', 'stasera tutte al Pineta a fare le bagasce con gli spogliarellisti' che tanto il 90% dei blog oggi ha esordito così. Cambiamo disco. Io da stamattina ho assistito a ben tre siparietti.
Mi alzo, varco la porta della cucina e Jolly con il tatto che la contraddistingue mi fa 'Tu la senti questa puzza? C'è puzza di cadavere in quel frigo. Ne sai qualcosa?' ho avuto solo la forza di risponderle 'comunque ciao esimia testa di cazzo''.
Dico bene io che questa ha bisogno di copulare. C'è mica qualcuno che si offre volontario? Quindi niente, nemmeno i tampax l'addolciscono. SmEmo è da ieri che la senti fare ambarabacicicocò tra i prescelti, è indecisa a chi darla via.
Ci sono buone probabilità che nell'elenco sia presente l'amministratore del condominio e il kebabbaro.
Jabba per puro spirito di associazione, sono ore che cerca di smaltarsi l'unghia del pollice destro mentre pianifica la serata con tanto di sbornia al seguito. Ha perfino cambiato le lenzuola, che significa? Quindi niente, non ho esemplari degni dell'odierno tag. Però forse vi farà piacere sapere che una tizia in aula stamattina si lamentava con l'amica di quanto fosse sbadato Lui, perché a quanto pare il giorno di San Valentino le ha regalato una cosa al posto di un'altra e minacciava di evirarlo se nemmeno oggi le avesse fatto trovare il tanto agognato lipgloss griffato. Io per quest'ultima non ne ho parole da spendere, vi dico solo che nei giorni che precedono le feste è solita mettere in bella mostra su fb un foto che ritrae l'oggetto del desiderio così il suddetto non può sbagliare. Quanto amore.

Però sono altrettanto fiera della mia prof di macroeconomia che a cinquant'anni suonati viene a lezione senza reggiseno, della badante del piano di sotto che continua imperterrita (nonostante i continui richiami) a dare da mangiare ai piccioni che affollano i nostri balconi, della cassiera che maneggia i soldi con le stesse mani con cui condisce le pizze. Auguri donne.

Uno poi si indispone.

A me quelli che seguono le lezioni in prima fila e che prendono appunti al pc, mi inquietano. Lo posso dire? E ve lo dice una che guai a negarle la terza fila e il blocchetto a quadretti.
Allora poi passo tre ore a sperare che gli si scarichi la batteria o chessòio i geloni alle mani, a marzo. Questi stanno lì col collo stile notte di San Lorenzo e non vedono una mazza delle slide proiettate (che non ve lo devo stare io a spiegare il motivo!!!) però se gli chiedi perché lo fanno la risposta è 'in questo modo il prof si ricorda di me all'esame'. Allora. Calma. Pare che per questo genere di tattiche ci siano le ore di ricevimento e poi non sarà certo mia nonna a dirti che puoi venire anche conciata come Marina Ripa di Meana a Pomeriggio 5 per tutta la durata delle lezioni,
il giorno dell'esame scritto non ti riconoscerà nemmeno l'ostetrica. No perché simili convinzioni è bene toglierle a certa gente. Ora che mi sono sfogata posso dire che è martedì e come tutti i martedì, devo trovare un motivo per affliggermi se no non arrivo tranquilla a fine serata.
Ognuno ha i suoi metodi, che vi devo dire.

Il martedì è l'unico giorno o quasi in cui posso restarmene a letto fino a tardi, salvo poi farmi venire i sensi di colpa e iniziare a ricopiare appunti mentalmente. Non funziona, visto mai.
Se poi adocchio qualche doppia punta, è finita. Me ne sto lì a scovarle manco fossi un cane da tartufo e passano le ore; così, con le pagine del quaderno che mi fissano avvilite. Poi passa, giuro.
E mentre la Tatangelo mostra le tette alla Rai e la Ferragni inaugura la capsule collection di Yammeyà, qui in casa non succede nulla di nuovo. Jabba continua fastidiosamente a fischiettare con le farfalle che le sbattono sulle pareti dello stomaco. Riusciamo quasi a sentirle svolazzare inermi per poi schiantarsi e morire. Però almeno il fine settimana si leva dai cogl, prende il pigiama di pile e parte per chissà dove. SmEmo invece intendo ribattezzarla Logorrea, nel senso che se entrambe siamo in cucina non c'è verso di farla parlare. Salvo il primo ciao di cortesia.
Mia nonna risolveva tutto con 'è l'invidia' anche quando non c'entrava nulla. Sarà questo.

Quello non è il gelataio.

Tipo che nel frattempo che scrivo sono qui sul mio tavolino all'avanguardia che mangio 200gr di formaggio Asiago come fosse aria. Mica mi farà male? In questi giorni abbiamo lottato invano contro una connessione internet che vacillava fino a quando abbiamo scoperto che di lì a poco il modem ci avrebbe abbandonati. Panico generale, che si sa, senza internet non c'è ragione di esistere. Allora ho riesumato il mio storico televisore, impolverato e mi sono data allo zapping. Non l'avessi mai fatto.
Ho scoperto quella cosa fighissima che prende il nome di Real Time. Come dite, sono stata troppo tempo senza guardare la tv? Tant'è che ormai noi non si va a dormire prima di aver visto Malattie Imbarazzanti, Adolescenti XXL, Chirurgia XXL e altre cose del genere. Oggi tipo, seratona davanti alla tv. Conto i minuti! Dovrebbero proibirli sti programmi, sono una droga. E' vero che passo la maggior parte del tempo a coprirmi gli occhi (che se no conati a go go) però mi serve, perché mi metto a dormire pensando che nonostante la sindattilia parziale ai piedi, sono fortunata. E poi c'è Andrea che per tutta la durata dei programmi mi ripete gratis che sono bellissima. Botte di autostima proprio.
E niente, tutte ste cose inutili per dirvi che ho preso 28 in economia aziendale e che a momenti mi commuovevo e giravo in pigiama Piazza Saffi, urlando. Sono anche giunta alla conclusione che la partita doppia è la mia migliore amica, dare e avere tra noi sono sempre pari e quindi non litighiamo mai. Così vanno le cose. Le donne mi odiano e tocca arrangiarmi. Vi piace come idea?
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