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Giornate powa 1#

Come quando inciampi e tra le risa generali, biascichi un tranquilli non mi sono fatta niente. Seh, col caxxo! Alterno giornate di un'euforia incontrollabile a giornate di profondo sconforto. Sempre lei, la personalità dell'alcolista. 
Nulla di nuovo quindi, direte voi. Il risvolto interessante è che la formula è cambiata. Non più 3-1-3, bensì 1-5-1. Cosa vuol dire? Vuol dire che su sette giorni settimanali, solo il lunedì e la domenica sono apatica, psicolabile e nevrotica.
Nei restanti cinque volteggio gioiosamente tra progetti di vita entusiasmanti e una sconfinata forza di volontà (nel sopravvivere). Non mi si scalfisce dal martedì al sabato, per farla breve. Segnatevelo sull'agenda.


Ieri, ad esempio, la giornata è cominciata con un 30L in economia aziendale -e sì, lo scrivo e me la tiro perché dubito che succederà ancora, quindi tutto il mondo deve sapere- e si è conclusa con una cena a casa di M., amico di Andrea. La serata è stata davvero piacevole, divertente e aveva come secondo fine quello di far conoscere M. a Jolly, i quali mostrano un reciproco -seppur lieve- interesse.
Sono quindi tornata a casa, felice come pochi; le cene e le occasioni -così definite- per socializzare mi mettono di buon umore. Sarà per questo che mi sono vestita pheega, manco dovessi andare al cenone di San Silvestro. Ma questa è un'altra storia, prima o poi vi racconterò cosa intendo io con 'pheega' e probabilmente avrete pietà di me. Fino ad allora quindi, resterò nell'illusione che quando voglio so mettere da parte jeans e felpe da BFF di Hannah Montana e vestirmi decentemente.

Questa del 30L, ve la devo raccontare. Sono uscita dall'università che Jim Carrey dal 0:19 mi faceva un baffo. Il compito ormai corretto due settimane fa, aveva come esito un misero 27. Misero -hahahah- dal momento che ero certa per una volta in quattro anni circa di aver risposto perfettamente a ogni singola domanda. Miracoli di basso rango, insomma. Fatto sta che, ho chiesto di poter visionare le correzioni e -arrivo al dunque- a quanto pare l'assistente ha visto male. Una svista, che ha fatto sì che mi segnasse errore qualcosa che errato non era.
Morale dalla favola: io da oggi andrò sempre a controllare la correzione dei compiti. Svistauncornoesimiatestadicaxxo.

Giusto per non farci mancare niente, occorrerà che vi aggiorni sui recenti esperimenti in cucina. Ormai, non mi ferma più nessuno. Vi stupirò, stay tuned. :)

7 links project

Sarò originale e non inizierò il post con 'finalmente ho un po' di tempo per dedicarmi a'. Sono stata coinvolta da Iris nel 7 links project e dopo mille dubbi -più di quelli che mi assalgono a prima mattina per la scelta dei calzini- eccovi la lista dei miei sette post messi in evidenza da sette categorie, scelte da nonsochi.
Sembra facile, ma qui piangendo e scherzando ho scritto quasi un centinaio di post (e qualcuno forse era meglio non rileggerlo). Fatto sta..

1) Il post il cui successo mi ha stupito
Adesso siamo in due a ballare l'hully gully. L'inizio. L'altra faccia della medaglia, perché su questo blog non dilaga solo la mestizia. Riassunto delle precedenti puntate, per i nuovi arrivati: per tre anni ho vissuto con 5 coinquiline stronze -che chiameremo bestie-, 3 delle quali a settembre sono andate via.
Da qui la mia vita forlivese è cambiata.

Che poi, mi viene da ridere se penso alla parola successo.
Qui vi scrive una che a stento arriva a 10 commenti, tra una battuta e l'altra. Una a cui la gente scrive per sms 'sai che mi è piaciuto il tuo ultimo post?' ma col caxxo che commenta sotto. Per certi versi non ho ancora superato la crisi del primo mese, il cosiddetto bloggo dello scrittore. No, perché a me ogni tanto viene la felice idea di chiudere tutto, che tanto non mi si fila nessuno e mi prende quellacosaindefinita quando leggo blog seguitissimi -per carità, successo stra meritato- e quei followers così coccolosi. Sigh. Tant' è che mi sento dire 'il problema è che non coinvolgi i lettori con domande precise'.
Sarà che io la blogger non la so fare allora, sarà che io commento sempre e con piacere i blog che seguo e mi sento quasi in dovere di farlo perché infondo c'è quel rapporto di dipendenza reciproca ma forse unilaterale. Sarà che se vuoi commentare, dire la tua esperienza similare e non, se sei mio amico, se vuoi dirmi che il post ti è piaciuto, puoi farlo anche se non te lo chiedo eh!
Tuttavia, a questo spazio ci sono affezionata e penso che continuerò a scribacchiare anche quando saremo rimasti io mammèta e tu. Sì, perché alla fine io scrivo per me stessa (sì sì come no) e mi do le pacche sulla spalla da sola e certi giorni mi dico pure 'Emy, oggi mi sei piaciuta!', così, sempre per non smentire il fatto che ciò che mi serve è uno psichiatra.
Quando però dico che ho pochi followers ma che nonostante ciò, c'è chi non si palesa e che preferisce scrivermi in privato...non si sa perché, non mi crede nessuno. Lo giuro. Però, lo posso dire che vado in brodo di giuggiole quando vedo il numero dei followers che aumenta di uno? O quando tipo mi dite 'ciao ti ho scoperta oggi, mi piaci, ti seguirò'. Bravi voi. Bravissimi.
Mia madre a questo punto mi direbbe 'sei patetica ma mi piaci', Mara Maionchi mi manderebbe a casa.

2) Il post più popolare
Io per te muori tu. Che gioia. Le cose sono un po' cambiate, la lista andrebbe aggiornata ma la verità è che non demordo. Io ci voglio credere. La pensa così anche Carletto, il mio amico etero immaginario.

3) Il post più controverso
All' origine di tutti i problemy. Il più discutibile. Il più dannatamente vero. Qualcuno la definisce scelta, percorso obbligato, esperienza, emmòsocazzi, latte versato. Io continuo, senza troppa fantasia, ad appellarlo errore.

4) Il post più utile
Emy presento. Tanto che io non ci dormo la notte per pensare se l'avete letto. Tanto che ho cercato di metterlo in evidenza, nel menu in alto, visto mai che... Completamente snobbato eppure così necessario; che poi, sarebbe la prima cosa che io vado a cercare quando scopro un blog.

5) Il post che non ha avuto l'attenzione che meritava
Qualcuno mi cens(t)uri. Dove Turi sta per il paesino in cui sono cresciuta. Ecco, secondo me, meritava di più.

6) Il post più bello
Questo è difficile. Finché c'è la salute. Forse, perché se ripenso al giorno in cui l'ho scritto, ancora rido. Il più bello in relazione alle emozioni che ho vissuto io e non al contenuto in sè, per voi. Andando un po' indietro, direi con certezza Credo nei miracoli. Il giorno zero. La rinascita.

7) Il post di cui vado più fiera
Il primo giorno di scuola. Ma fiera un paio di palle, direbbe qualcuno. Mettiamola così, sono fiera di essere riuscita a scriverlo. Questo, il sottofondo musicale.

E ringrazio mia madre per avermi messa al mondo, i parenti e gli amici tutti, il locatore e l'impiegata all'anagrafe che hanno creduto in me... no, scherzo!
E' che vi vedo un po' incupiti. Io sto bene, eh! Mo magari, gli ultimi followers sono un po' spaventati. Davvero li avete letti tutti e siete arrivati alla fine del post?
E' che io sembro scema, psicolabile, depressa, inacidita dalla sfiga, ma non è mica vero. Qua si ride, si scherza, si fanno spallucce e si va avanti.

p.s. i blog che seguo sono stati già tutti  -più o meno- coinvolti in questa iniziativa e per non risultare inopportuna con i restanti, non porterò avanti la catena. Tuttavia, con piacere passo il testimone a Lucy e sono certa che non mi deluderà.

Anch'io.

E' andata.

E' andata che ho iniziato una settimana prima a dire oddio lunedì è il mio compleanno.E l'ho ricordato a tutti, postino compreso.

E' andata che la sera prima ero lì che mi cantavo Tanti Auguri a Te. Da sola. E pensavo a quanto sono cretina e mi facevo tenerezza da sola e mi saliva l'ansia. E' andata che è stata la mia prima Festa di compleanno a Forlì. Erano giorni che cercavo palloncini, festoni, piattibicchieritovaglioli in coordinato. E detta tra noi, mi sono sentita una sfigata. Una sfigata che si commuove mentre gonfia i palloncini, che apparecchia la tavola manco fosse una wedding planner, che in un mega abbraccio collettivo con le sue coinquiline ha pensato Dio grazie!
La verità è che è stata una giornata fantastica: dal risveglio ai balletti in pigiama sulle note di Happy Birthday in loop -hanno chiamato gli psichiatri per molto meno-, dalla spesa con Jabba a Jolly che mi tira le orecchie, dagli sms alle mille telefonate, ai biglietti di auguri fatti a mano ''perché sappiamo che ci tieni'', gli abbracci, i baci, la granella al pistacchio, Lucy Van Pelt 14''. Tutto.


La torta. Penso di non aver mai ricevuto una torta così bella. Prima di cena eravamo lì, tutte invasate a montare la panna, a spargere codette, a ridere, farcire, a piangere. Ho passato l'intera giornata a pensare che io una festa così, l'anno scorso me la potevo sognare. E ancora ci penso, che i piccoli gesti se fatti con amore valgono più di qualsiasi altra cosa.
E' andata che è stata una giornata fantastica. E lo ripeto, sì. E penso che avevate ragione, che le cose possono cambiare, che le cose quest'anno sono cambiate, che basta avere attorno le persone giuste. Che non mi manca niente, a parte ''qualche'' esame. E va bene così. Deve andare bene.


                            Ho 22 anni, vivo a Forlì, sono felice.

p.s. il post è finito, qualcuno di voi avrà pensato che effettivamente se una a 22 anni si commuove per una bambola di pezza, per una festa in cucina con quattro gatti, per due dita di panna, allora è una sfigata. La verità è che non è stato semplicemente il mio compleanno, che per certi versi sono ancora una bambina.

(Dis)armiamoci e partiamo

Come ogni anno, il Cioccoshow a Bologna diviene tappa obbligata nei giorni che precedono il mio compleanno.

La temperatura, i prezzi spropositati, la gente -troppa- riversa tra gli stand, le gomitate e le occhiatacce, non mi fanno desistere.
Così tutte le volte, mi armo di pazienza e spirito di adattamento ma dimentico guanti e cappello.


I 4° Celsius hanno in breve tempo congelato i miei buoni propositi e dopo il giro di perlustrazione -durato ben tre ore- agognavo il riscaldamento di Trenitalia, che di lì a poco ci ha riportati a casa.


In casi come questo, rimpiango di non essere l'autrice di uno di quei blog fighissimi con foto altrettanto fighissime, che rendono giustizia ai posti, ai cibi e alle persone incontrate. Scatti che, anche a distanza di anni, sanno renderti orgogliosa e fanno rivivere seppur per pochi attimi, l'emozione di quel momento.


Tutto questo, per dirvi che avete il mio totale appoggio nel caso in cui queste foto vi risulteranno inutili, troppo piccole e fatte male. Mea culpa a parte, mi sono portata a casa le praline al pistacchio, al cocco e alla nocciola, una tavoletta di cioccolato alla cannella, una ai chiodi di garofano -che vi consiglio vivamente- e il pan forte.

p.s. nel caso ve lo steste chiedendo, il mio compleanno è oggi.

Così fan tutte. Le fescion blogger.

Facciamo come quelle che mettono foto a ca...so sul blog, giusto per riempirlo, per dire che oggi hanno scritto un post e hanno la coscienza a post. E lo intitolano 'five things' perché minchiate suona male, ma mica solo things. No, anche toughts e fashion.* Appunto, mica pizza e fichi.


Io ci ho provato a girare per il mercato di paese e trovare ispirazione, cose vintage, la borsa col cammeo arrugginito di Nonna Abelarda, magari. 
Niente, solo i gamba-letti come li porta Belen. Roba pesa eh!
Scommetto che voi non lo sapete mica come lo infila Belen. Il gambaletto.
Così, mi sono sentita come Corona -senza reflex però- con le signore col sedano in busta, che mi facevano spazio, perplesse. Niente autografi, che a me l'autografo lo chiede solo il cassiere figo dell' AeO. Ma questa è un'altra storia.


Ormai sono entrata nel tunnel delle verdure. Roba che non mangio più nulla senza contorno, cetrioli, finocchi, carote. Jolly è contenta, dice che almeno così mangio sano e non sta in pensiero. Mamma, anche.
Ve lo devo proprio dire: come le faccio io le carote in padella con la cipolla di Tropea, nessuno. Succede che vado a dormire e ho voglia di carote con la cipolla -con tanto sale- e non lo so mica come la pensa Freud, al riguardo.
Belle queste in foto eh? Non sono mie. Le mie sono queste, brutte ma buone.


Libido in plastica dura, sei cm. Ora sono una donna completa e per questo devo ringraziare Donato che mi ha portato in dono dal Lucca Comics, l'action figure di Lucy Van Pelt. Non saprei neanche lontanamente descrivervi la mia reazione davanti a tanto splendore. Cicciolina all' ippodromo e Francesco ai piedi di Ibrahimovic, godrebbero meno. Sicuramente.


Sempre per restare in tema. Lei è Milena, la mia cuginetta, ha soli 4 mesi e stamattina me la sono ritrovata così vestita. Ero in estasi. Quanto è fashion? Altro che la figlia di Katie Holmes con la borsetta Prada e il tacco 5. Le ho fatto un discorsetto da donna a donna e sinceri complimenti, penso mi abbia capita. 


Della serie: incontri proficui in treno. La signora difronte aveva ben due libretti di cucina e con la mia solita discrezione, ho atteso che finisse di sfogliarli per darci un'occhiata. Poco dopo mi sono ritrovata a fotografare -ricopiare a penna faceva tanto old style- le ricette con grado di difficoltà: minimo.
Mi sono sentita tanto desperate housewife. Ho messo la testa a posto da quando la fame si fa sentire. Non ho più l'energia di Pannella, come un tempo.
Questa foto in realtà ha il secondo fine di mostrarvi quanto sono diventata brava nello smaltarmi le unghie, quanto sono al passo con la moda e quanto ormai l'onicofagia è un lontano ricordo. Ditemi brava.

Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti -omn, omnicch e quaquaraqua- non è da ritenersi puramente casuale.

Cose che ti segnano.

Sono cresciuta con l'idea che al Sud siamo calorosi, accoglienti, espansivi -spesso un po' cafoni- e festaioli; al Nord, mi hanno detto, sono freddi, laconici, antipatici, pantofolai, egoisti, 'piuttosto che prestarti aiuto si tranciano una mano'.

In famiglia, ad esempio, gira voce che mi sono trasferita al Nord per cercare fortuna. Io non lo so mica chi ha messo in giro sta caxxata, probabilmente mia nonna convinta che a Forlì le industrie ti aspettano a braccia aperte; si lamentava sempre che da noi quelli che non vogliono lavorare, fanno gli artisti. Io non lo so mica se ha torto. Ricordo però che la prima cosa che mi chiedeva, quando passavo a salutarla era 'lassù come ti trattano? ti parlano? si sente che sei barese?'. E mi faceva tenerezza. Non ho fatto in tempo a dirle che ci sono più siciliani e napoletani qui che alla settimana della cucina meridionale al Lidl.

Non ricordo di aver avuto problemi in questi anni, il più delle volte l'accento è una scusa per tempestarmi di domande, per infierire sul perché proprio Forlì.
Al forlivese anziano, devo spiegare tutte le volte che non sono emigrata, che la fortuna ce l'avevo pure in Puglia, che ho una madre, un padre e non ho figli clandestini.
E mi torna in mentre Troisi -sì, sempre lui- che vuole viaggiare, conoscere, in questa scena.
L' adolescente forlivese è un cretino, invece. Non freddo, antipatico, egoista. No. E' proprio un cretino. Sarà l'annata, sarà l'aria, sarà che va di moda importunare la gente sugli autobus.
Appena ne trovo uno assennato, ve lo dico eh.

Post dedicato a.
Fatto sta che stamattina, bella e propositiva mi avviavo a casa in bici e proprio mentre pensavo 'che bella la vita, che bella l'aria fresca, che belli i peperoni verdi', salta la catena e con essa la mia già precaria femminilità. Presa da un certo spirito di emancipazione, ho ribaltato la bici e ho tentato di sistemarla. Le unghie smaltate di fucsia e le dita, di lì a poco, nere. Come vi pare?
Un vecchietto tanto caro, mi si avvicina prestandomi aiuto. E qui ho capito, improvvisamente, la parabola del buon samaritano che tentava di spiegarmi la catechista, quel giorno che io e Daniele ci disegnavamo i cuoricini sui foglietti. Dicevo, mi si avvicina e sfodera con fierezza un coltello dal cappotto. Ho pensato: ci siamo, aveva ragione nonna, ora mi ammazza e dona i miei organi alla Lega Nord. Tachicardia. 'Scusi, lei gira sempre con un coltello nel cappotto?' della serie domande intelligenti. 'E' incastrata, vedi? Così non mi sporco le mani, ho un cagnolino bianco', 'la ringrazio, davvero. buona giornata', 'sei di Forlì?' [segue questionario conoscitivo] e ancora 'capito come devi fare? si incastrerà spesso, vedrai' 'sì, solo che io solitamente non esco con un coltello' -aridaje Emy-, 'dovresti'.

Dovrei.

Finchè c'è la salute.

Ci sono quei giorni in cui ti senti più cretina del solito, così, senza motivo.
Tipo che l'altra sera Jolly mi fa: 'sei di buon umore oggi' e mi sono fermata a pensare. A pensare a come mi percepiscono gli altri, per un broncio, per una canzone fischiettata -è raro ma succede-, per una maglietta messa al contrario, per un sorriso inebetito. Avevo le mani in pasta, nel senso che (udite! udite!) preparavo una torta salata ed ero tutta in foga. Che momenti.
Una di quelle creazioni brutte ma buone. Era buona davvero eh!

Certi giorni sono utile quanto un bradipo allo sportello del Pronto Intervento, me ne rendo conto; passo la maggior parte del tempo in camera e sento le altre ridere in cucina e colta da un pizzico di invidia -e con la scusa di bere l'acqua- le raggiungo per dieci minuti di cazzeggio in compagnia. E diventano venti.
Come quando sono in loop sul sito di Mtv e mi tolgo una cuffia per origliare; se l'argomento di discussione mi interessa, metto pausa e mi fiondo in cucina. Gente disperata, vestita alla peggio maniera, davanti a un thè caldo. 
Il più delle volte si parla di università -e scappo- e sesso -e rimango-. 
'Ma che fai tutto il giorno in camera? sono due giorni che non ti vedo', succede. Succede che non ho voglia di parlare, sentire nessuno e mi rivedo tutta la prima serie di Walking Dead. Così. Senza un motivo apparente.

Tipo che ieri a cena, tra na girata e na vutata alla pancetta, eravamo lì a ballare come pazzi invasati musica house per poi passare alla salsa. No, dico: mi ci vedete in pigiama con un cucchiaio di legno tra le mani che mi scateno? 
Mi capitano 'ste giornate. E sono felice. 
Sarà la sindrome premestruale, sarà Saturno in ferie a Castellamare di Stabia, sarà che tra poco torno a casa, sarà il karaoke improvvisato prima di andare a dormire, sarà che tutte le notti mi addormento con i crampi per quanto ho riso. Sempre, rido sempre, anche se la giornata è andata male e mi torna in mente Troisi che ricomincia da tre. Massì, che mi frega.


E niente, tutto questo per dirvi che non lo so mica se la cioccolata è terapeutica, la crema al pistacchio sì. Certo. 

Per non avere niente da dire 2#

1- Della serie cose da fare almeno una volta, prima di morire.
Domenica, nell'ora trascorsa con Andrea ad attendere il bus -i carretti a Catania nell'ora di punta, sono più efficienti- al freddo e al gelo, mi è venuta la brillante idea di cimentarmi nell'autostop.


Essendo la zona, distante dal centro e temendo che alle 15:00 non ci fossero più bus disponibili, l'unica alternativa è stata mostrare la coscia nuda e ammiccare. Scherzo. In un'ora e sottolineo un'ora, non si è fermato nessuno.
Mi sono beccata un tizio che mi ha discretamente tossito in faccia, due/tre clacson di giubilo, un 'tu sali ma lui no', un tizio al cellulare che con la mano mi ha fatto il segno del 'dopo, dopo' -ma dopo quando?-, un'allegra famigliola coi volti mossi a compassione e decine di macchine indifferenti.
Che poi, posso capire che ero troppo vestita, posso capire che nel 2011 non si fidi più nessuno, ma quando ti capita più di sti tempi di dare un passaggio a una povera fanciulla in pena? Diamine. Ero anche un sacco convinta e ben disposta. Nulla a che vedere con quel figo di Troisi. Alle 16:15 il bus è arrivato, caxxo.
Ora, mi resta il ricordo di un pomeriggio trasgressive, i crampi per le tante risa e la conferma che sono una gran pagliaccia (come direbbe mia madre) quando non ho la luna storta.

2- Ho finalmente visto V for Vendetta; dico finalmente perché mi pareva di aver sentito che non si potesse continuare a vivere senza aver visto un simile capolavoro. Gran bel film, confesso. Al solito, succede che durante la visione mi assalgono domande assurde; mi tiro addosso l'odio di chi è con me che mi zittisce con 'che palle, guarda il film e non farti troppe domande, così è, non c'è un perché'; ma io non ce la faccio. Non mi rilasso neanche durante i film, capite? Sono un caso disperato. Comunque, ho concluso che Natalie Portman sarebbe figa anche coi bigodini, la ricrescita e il mestruo da due settimane. Maledetta.


3- Manca poco al mio 22esimo compleanno e dopo aver stilato la lista degli ipotetici invitati, e aver preso coscienza del fatto che prevale la componente maschile (15 vs 5), ho convenuto che è meglio fare una cena a casa con le mie sole coinquiline. In questo modo eviterò ironici commenti e l'ansia e il panico che mi attanagliano prima di un grande evento. Per certe cose non cambierò mai.


Jabba cucinerà per me e io mi impegnerò ad essere carina e accomodante come non mai. Non è grandioso tutto ciò? L'altro motivo per cui non festeggerò con i restanti amici forlivesi -che finalmente ho e dio ti ringrazio- è che da sempre la paura che la gente si annoi, i silenzi imbarazzanti e il 'dover dire per forza qualcosa', mi indispongono. Come disse un tale una volta ''il tuo guaio è che sai di essere troppo simpatica'' e questo mi solleva. Un po'.
Tuttavia, sono una campionessa nella riesumazione di imbarazzanti esperienze di vita pur di rompere ghiaccio e silenzi.

Vorrei avere 21 anni per sempre.

E' giunta l'ora.

Finalmente è finito sto caxxo di ottobre!
Scusate lo sfogo ma stamattina mi sono svegliata con tanti buoni propositi.
Tanti, che in confronto Lindsay Lohan -post rehab- attraversa sulle strisce, fiutando.

Argomento cruciale del thè delle 18:00 di ieri, secondo solo alla dettagliata classifica dei trombamici di SmEmo, Elisabetta Gregoraci che dichiara di sedurre quel macho di Briatore coi pigiamoni di flanella. Come darle torto. E' bastato un veloce sguardo alle nostre mise da studio per decretare la peggio vestita: Jabba. Io ovviamente non faccio testo, il mio pigiama è inattaccabile.
I miei capelli invece sì. Non c'è peggior distrazione delle doppie punte ed è per questo che sotto esame solitamente li tengo legati e nelle forme più disparate.

Ma il premio strega di oggi se lo aggiudica la Canalis. Troppa stima!
George si è fiondato sulla wrestler Stacey, di una grazia che in confronto Ferrara passa i tornelli della metro in piroette. ''E' una donna forte'' ha dichiarato, giustificando il passaggio dalla mora alla bionda.
Anche la Canalis non ha perso tempo, avvistata a Berlino in dolce compagnia.
''E' un uomo duro!'' ha dichiarato.

Continuo a girovagare per casa, ripetendomi 'sono una persona normale'. Dicono che se lo dici cento volte poi ci credi. Mi sono svegliata alle 11:13, di soprassalto. In preda al panico sono corsa in bagno, ho iniziato a piangere e ho mandato un sms a S. chiedendogli come fosse andato l'esame. Ho continuato a piangere per una mezz'ora, ripetendomi che avevo studiato invano, insultandomi per non aver messo la sveglia e aver saltato l'esame. Che polla!
Fin qui tutto nella norma, se non fosse che in realtà erano le 7:00, che l'esame è DOMANI, che la radiosveglia segnava 1:13 (per motivi ancora ignoti), che S. mi ha giustamente consigliato una visita psichiatrica maledicendomi per l'orario.
Giuro che la smetto con il pogo in solitaria e mi do allo yoga.
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